Masters of Sex 4x04, "Coats or Keys": la recensione

Recensione del quarto episodio della quarta stagione di Masters of Sex, in cui i protagonisti si trovano ignari a una festa per scambisti

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Nelle rappresentazioni della società americana anni Settanta è quasi immancabile il momento della festa borghese in cui gli invitati si dilettano a scambiarsi i partner: “Coats or Keys”, quarto episodio della quarta stagione di Masters of Sex, allude fin dal titolo a questa particolare pratica sociale. Art aveva anticipato a Virginia che il suo matrimonio con Nancy è aperto: ora viene precisato che sono entrambi scambisti, e che la loro casa è il luogo di feste ad hoc dove amici e conoscenti possono provare l’ebbrezza di fare sesso ogni volta con qualcuno di diverso.Ogni parola di Libby in questa stagione la risolleva dalle tre stagioni precedenti di sofferenza e depressione

L’episodio usa il classico espediente dell’inizio disorientante che vede i personaggi in quelle che sembrano “situazioni compromettenti”, per poi tornare indietro a “24 ore prima”. Le prime sequenze scorrono veloci e un po’ troppo meccaniche, per arrivare rapidamente al cuore dell’episodio, la festa a casa Leveau-Dreesen. Bill non parteciperà alla festa, mentre Virginia passerà rapidamente con Libby prima di andare al cinema (le due sono dunque, a dispetto delle circostanze, davvero tornate amiche); anche Lester viene convinto a partecipare, e viene coinvolta anche Betty. Non è chiaro come mai Art sia così certo che Virginia e gli altri invitati dell’ufficio abbiano capito che si tratta di una festa di swingers senza che nessuno li abbia informati, e infatti i colleghi, più Libby, si presentano ignari e più o meno controvoglia a casa di Nancy e Art. Contemporaneamente, Bill dovrebbe passare la serata con i figli, ma giunto a casa trova solo il neo-arrivato cagnolino Baxter, mentre dei bambini non c’è traccia. Bill si precipita dunque a casa di Art e Nancy, preoccupato, e porta via Libby, già un po’ ubriaca ma ancora ignara di che festa si tratti, la quale si era semplicemente scordata di dire al quasi ex-marito che i bambini erano altrove. La scena è un modo un po’ contorto per portare all’ennesimo confronto tra Libby e Bill una volta rientrati a casa, laddove la prima si mostra sempre più in grado di rispondere a tono ai tentativi di riavvicinamento del secondo, e sempre più sicura di quello che vuole. Ogni parola di Libby in questa stagione la risolleva dalle tre stagioni precedenti di sofferenza e depressione: così quando, prevedibilmente, i due finiscono nuovamente a letto insieme, il sesso è finalmente guidato dai desideri di Libby, la quale il mattino dopo mette bene in chiaro che preferisce non dare alla cosa più importanza del necessario, mentre Bill sembra già tutto proiettato verso una possibile riconciliazione.

Tornando alla festa, uno dei momenti più teneri e divertenti riguarda l’incontro tra Betty e “l’unica altra persona gay presente alla festa”, ovvero il pianista ingaggiato dai padroni di casa, che Betty adocchia e arruola come “uomo schermo” in modo da non essere costretta ad essere scelta controvoglia da uno sconosciuto. Altrettanto riuscita l’avventura di Lester, che già depresso e monotematico riguardo ai tradimenti della moglie, viene rifiutato alla festa, ma finisce per “legare” con la cameriera nera e attivista per i diritti civili che oltretutto dà una lettura azzeccata della finta trasgressione come rimedio alla noia tipica delle feste borghesi di questo tipo.

Più noioso il dialogo-seduta psicanalitica tra Art e Virginia. Senza che tra i due succeda niente, lui si rivela uno scambista “per finta”, che ha scelto coscientemente di assecondare le preferenze sessuali della moglie, mai nascoste, nonostante in realtà non facciano per lui. Mentre Nancy si diverte nella stanza di fianco, Art si scopre “romantico”, e a sua volta Virginia, parlando per ore con lui, si rende conto di quanto la sua libertà sessuale sia piuttosto un comportamento meccanico, e quanto in realtà abbia avuto a portata di mano la possibilità di amare ed essere amata, per quanto in modo complicato e imperfetto. Naturalmente il tempismo non potrebbe essere più sbagliato, e quando Virginia, la mattina dopo, va da Libby a portarle il cappotto dimenticato da Art e Nancy, rimane visibilmente scossa dal trovarvi Bill. Nemmeno il suo piuttosto patetico tentativo di riguadagnare attenzione rivelandogli che non ha mai sposato Dan (come peraltro Bill già sa) ottiene l’effetto voluto. L’asimmetria sentimentale tra i due appare per ora uno dei plot centrali della stagione, nonché il meno interessante. Per fortuna gli elementi e i personaggi di contorno ottengono sempre abbastanza spazio da essere sviluppati con criterio, e danno sostanza a un tira e molla altrimenti troppo esile. Insomma, Masters & Johnson a parte, ce n’è abbasanza per permettere a Masters of Sex di rimanere una delle serie drama più godibili in circolazione.

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