Masters of Sex 4x03, "The Pleasure Protocol": la recensione
Il sesso torna protagonista di The Pleasure Protocol, il terzo episodio della quarta stagione di Masters of Sex, sia nella vita professionale che in quella privata dei protagonisti
Sul fronte lavorativo, Bill e la dottoressa Leveau si trovano di fronte il caso di una coppia in cui il marito è a disagio con i desideri parzialmente masochisti della moglie: il confine tra piacere e dolore viene ugualmente frainteso, anche se in modo diverso, da entrambi i medici. Nancy vi vede l’espressione di un desiderio legittimo, per Bill invece non può esservi altro motivo che uno shock passato. Bill stesso è costretto ad ammettere di non essere neutrale nei confronti dell’argomento, come dimostra la sua reazione di fronte al controverso film del 1965 The Defilers (un roughie, come lo definisce il cinefilo Lester, spiegando che si tratta di film di serie B contenenti scene piuttosto esplicite di sesso e violenza) e che lo porterà a fine episodio a chiedere l’aiuto di Virginia.
Tuttavia Bill sembra fare progressi nell’elaborazione della fine della loro storia: anche se lo vediamo più volte imbabmbolato a guardare il girato del primo orgasmo di Virginia “per la ricerca”, alla fine pare fare un passo in direzione del distacco e della sanità mentale, aiutato anche dal (fortuito?) incontro con Alice, la moglie di Dan.
Ancora una volta è Virginia ad apparire incapace di fare i conti con se stessa e con le sue scelte, abituata a negare le proprie fragilità attraverso un muro di autodeterminazione ma anche attraverso comportamenti discutibili, che tradiscono da un lato il pericolo dell’eccessiva razionalizzazione, dall’altro il rifiuto di ammettere di trovarsi alla deriva. Le quotidiane telefonate notturne alla segreteria telefonica di Dan, il casual sex con sconosciuti, talvolta mascherato da lavoro, il bisogno di rimarcare con Alice la sua superiorità anche nell’errore, quando le ricorda che è solo perché lei ha volutamente sabotato l’imminente matrimonio con Dan che lui è tornato dalla ex-moglie.
Non fa una bella figura Virginia, anche se dal punto di vista lavorativo rimane la più intelligente e lungimirante della coppia, quasi visionaria nella sua intuizione di utilizzare la propria ricerca non solo per curare disfunzioni, ma anche per “migliorare” la vita sessuale delle persone.
Anche Libby sperimenta l’ebbrezza di un flirt con uno sconosciuto, verso il quale si azzarda a fare la prima mossa, secondo le pratiche anti-patriarcali suggerite nel suo gruppo di autocoscienza; salvo poi scoprire che si tratta dell’avvocato penalista di Bill per il caso che lo vede accusato di sfruttamento della prostituzione. Solo una delle numerose, eccessive coincidenze che puntellano l’episodio e che lo appesantiscono un po’: non solo l’avvocato, ma il suo assistente che riconosce in Betty la prostituta della sua prima volta, o la presenza di Alice agli AA che dà modo a Bill di scoprire che Gini e Dan non si sono mai sposati.
In secondo piano, l’episodio alla Blow-up di Lester – che non a caso cita il film a inizio puntata – è un po’ tirato per i capelli ma serve a tare un taglio alla segretezza del rapporto tra Nancy e Art, che scopriamo essere marito e moglie, anche se la loro relazione rimane caricata di fin troppa ambiguità, come sottolinea lo scambio di battute privato tra i due, o il fatto che Art sia ora a conoscenza della promiscuità di Virginia e che le dichiari di avere un matrimonio aperto con Nancy (ma sarà vero?).