Masterchef Italia 6: nella terza serata i concorrenti affilano le lame, benvenuti nella cucina di Sparta

Terzo appuntamento con la sesta edizione di Masterchef... e si entra nel vivo della gara

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Terzo appuntamento con la sesta edizione di Masterchef... e si entra nel vivo della gara.

Eccoli qui i venti migliori cuochi amatoriali d’Italia selezionati e pronti a gareggiare per convincere i quattro inflessibili giudici Carlo Cracco, Antonino Cannavacciuolo, Bruno Barbieri e Joe Bastianich che, fin dall’inizio della puntata, hanno detto chiaramente di essere alla ricerca di personalità. Per raggiungere l’obiettivo serve studio, disciplina, capacità di reagire agli imprevisti e di cogliere l’ispirazione e l’invito rivolto a tutti è quello di “cavalcare la tigre”.

Ad un primo sguardo, i concorrenti di quest’anno ci erano sembrati quasi tutti un po’ moscetti, ma ora che è incominciata la sfida vera abbiamo già la prima antipatica della stagione: Gloria. È stata giudicata tra i tre migliori della prima Mistery Box, ma non avendo poi vinto lei la prova si è affrettata a dire che si può permettere di arrivare seconda perché tanto prevede di rimanere nella Masterclass a lungo. Va bene essere determinati ed ambiziosi, ma questa presunzione la rende subito odiosa. E poi ieri sera , sempre lei, giovane madre con bimba, ha confessato ai giudici di essere disoccupata, lasciando intendere di essere stata licenziata dal bar in cui lavorava - mentre nel corso delle selezioni aveva detto che i datori di lavoro erano d’accordo con la sua scelta di partecipare al talent e che quindi non ci sarebbe stato alcun problema. Sarebbe bello sapere dove sta la verità e se questa nuova versione fornita non sia una scusa per impietosire i giudici. Per ora siamo alle solite: pianto facile, godimento quando gli avversari perdono e delusione quando vincono, il tutto condito da continue critiche sui compagni. Ma visto il personaggio è probabile che ce la dovremo sopportare ancora per un bel po’.

La prima prova affrontata dai cuochi, come dicevamo è stata la Mistery Box, proposta stavolta in versione vegetariana, perché facendo un rapido calcolo i giudici hanno contato che dovranno assaggiare in totale ben 800 piatti nel corso di tutte le puntate e quindi hanno pensato fosse opportuno partire con qualcosa di leggero. Allora solo ortaggi e farina per comporre un piatto che deve avere la peculiarità di venire preparato senza l’utilizzo del sale e quindi solo chi ha una qualche competenza circa la sapidità naturale degli ingredienti può cavarsela. Un test difficile, pensato apposta per vedere come ragionano i concorrenti. La migliore risulta essere Loredana, che dimostra abilità e competenza creando un piatto saporito e ricco di contrasti con zucca, cime di rapa e gallette di pasta. Loredana è sicuramente una stratega, forse poco incline a fare gruppo e più concentrata, come è giusto che sia, sul suo operato. Ed è proprio lei che, avendo vinto la prova e avendo pertanto meritato un vantaggio sugli altri sfidanti, decide che impronta dare all' ‘Invention Test. Ha a disposizione un pollo e quattro liquidi di cottura diversi da utilizzare per cucinarlo: vino, birra, succo d’arancia e caffè. Visto il tipetto è quasi scontato che scelga l’abbinamento più difficile cioè quello con il caffè, mettendo appunto nelle grane tutti gli altri suoi compagni. Ma dobbiamo sempre ricordare che ognuno di loro è lì per conquistare il titolo, vincere 100 mila euro e pubblicare il primo libro di ricette, e solo tirando fuori unghie e astuzia si può arrivare allo scopo prefissato. Ma Loredana si tira la zappa sui piedi, la sua ricetta non incontra il gusto dei giudici, e neanche quella di Gloria è azzeccata (e vai di lacrime ), tuttavia tra rollè, salse disgustose e accostamenti azzardati, il piatto della cotonata maestra Lalla, (che Cannavacciuolo dice essere uguale al sacchetto dell’umido) viene ritenuto il peggiore di tutti. Così Lalla è la prima eliminata di quest’anno, e a noi dispiace perché avevamo puntato tutto su di lei. Pazienza.

La prova viene vinta dall’iperattivo diciottenne Valerio che sta tirando fuori un carattere inaspettato e abilità culinarie davvero fuori dal comune, e a questo punto siamo certi ci riserverà delle belle sorprese. Lo abbiamo visto dirigere la sua brigata, nella prova in esterna svolta nella bellissima Matera, con capacità tipiche di uno chef navigato, preciso, energico e con i nervi saldi. Per vincere la prova in esterna e quindi garantirsi subito la salvezza almeno fino alla prossima settimana, le due brigate, la blu capitanata da Valerio e la rossa condotta dalla bionda Vittoria, hanno dovuto sfidarsi nella preparazione di pietanze tipiche della tradizione lucana, tutte a base di pane, il prodotto simbolo della magnifica città dei sassi, avendo come giudici ed assaggiatori esperti  scelti per l’occasione, ben cento panettieri provenienti da tutta la Basilicata.

Tra i 19 concorrenti rimasti, il milanese Marco è stato spedito subito Vittoria, capitano della sua squadra, al Pressure test, e la motivazione addotta è stata che pare poco desideroso di darsi davvero da fare. Però la più detestata da tutti, e già isolata dall’intera comitiva, è l’esuberante Mariangela, che certamente sarà pesante, logorroica, molto piena di sé, ma di certo non merita tale avversione.

Intanto era l’unica materana doc del gruppo e quindi probabile fine conoscitrice delle ricette che avrebbero dovuto preparare, tuttavia è stato singolare vedere che nessuno l’avrebbe voluta nella propria squadra. Eppure lei sapeva bene cosa fare, ha cercato più volte di dire ai suoi compagni di brigata quale fosse il procedimento corretto nella preparazione della cialledda e del cecio fritto – una sorta di panzanella di pane e pomodoro e la tipica frittella delle feste -, ma niente, nessuno l’ha ascoltata. La sua squadra ha perso e tutti i componenti sono finiti al Pressure Test, individuando proprio nella riccia signora il capro espiatorio. Quello che traspare da subito è un clima teso e molta acredine. Sembra la cucina di Sparta.

Il Pressure test, ultima chance per rimanere in gara, ha proposto come prima prova trenta combinazioni diverse di ingredienti che compongono le ricette di sughi e salse conosciute. Chi ha fallito il test ha dovuto cimentarsi subito dopo nella preparazione della salsa bernese e chi ha anche non ha prodotto nulla di convincente ha dovuto, come ultima dimostrazione, preparare una pasta con un classico sugo alla puttanesca. Il sugo di Antonella, l’impiegata che sognava di comprarsi il mulino, è stato giudicato il peggiore, quindi via il grembiule e seconda eliminazione della serata.

L’impressione a caldo dopo questa puntata è che dal punto di vista culinario il livello sia ulteriormente cresciuto rispetto alle scorse stagioni. I concorrenti sono preparati, è difficile coglierli in fallo e stupiscono per manualità e inventiva. Tuttavia dal punto di vista umano ci hanno lasciato abbastanza perplessi. Poca solidarietà e poca voglia di divertirsi. È come se si fosse persa la leggerezza che dovrebbe essere anche tipica di un gioco perché i concorrenti si prendono troppo sul serio e per certi pare che questa sia la loro ultima spiaggia. Qualcuno è anche un pochino sopra le righe, come la store manager Vittoria che, nel tentativo di sottolineare la sua inconfutabile passione per la cucina, ha mostrato a Cracco il simbolo di Masterchef che si è fatta tatuare sull’avambraccio. E lui, cattivo e tagliente come da tradizione, le ha detto “Ti conviene informarti quanto costa farlo togliere”. Signore e signori, la battaglia è appena iniziata.

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