Marvel's Spider-Man: Miles Morales, a New York, sotto la neve, un giovane ragno con superproblemi | Recensione

Marvel's Spider-Man: Miles Morales è un prodotto figlio del capitolo originale che si rinnova nell'aspetto ma poco nell'anima

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Dopo il grande successo del primo Marvel’s Spider-Man, spetta a Insomniac Games accompagnare il lancio globale di PlayStation 5 con un nuovo capitolo dedicato al tessiragnatele della Casa delle Idee, questa volta, però, interpretato dal giovane Miles Morales, che aveva ottenuto i suoi poteri ragneschi alla fine del primo capitolo. Un passaggio di consegne messo in scena già nei primi minuti della campagna principale, con Peter Parker costretto ad allontanarsi da New York, sicuro nel lasciare la sua città nelle mani del “ragazzino”. 

Perché è così che viene chiamato, Miles, dai cittadini; il ragazzino, una sorta di giovane spalla del vero Spidey, nota sottolineata dal primo outfit improvvisato e indossato dal nostro eroe in erba, un piumino blu con cappuccio su di una maschera rossa. A voler rimarcare il suo ruolo di vigilante di serie B ci pensano anche gli stessi abitanti di Harlem, il quartiere in cui vive Miles, e di tutta Manhattan, restii dal farsi aiutare da un ragnetto non del tutto affidabile agli occhi della gente, e spesso in prima linea quando si tratta di combinare casini sul posto di lavoro, dove per “posto di lavoro” s’intende tutta la città. Ed è proprio grazie a un errore di Miles e a un eccesso di consapevolezza che prende il via la vicenda, con l’accidentale fuga di Rhino dalla cella volante che lo stava riportando al Raft dopo gli evento del primo Marvel's Spider-Man. 

Una leggerezza, la prima di molte, accompagnate da una bugia qui e un segreto lì, tutto a fin di bene, ma sempre con un po’ di goffaggine figlia delle buone intenzioni, di cui Miles è pieno. Il nostro protagonista è un ragazzo con la testa sulle spalle, disposto ad aiutare il prossimo anche senza indossare una maschera, figlio modello e amico fedele, come nei confronti di Ganke, che sarà sempre al suo fianco (da remoto) nella lotta al crimine. Anche nel passato di Miles, volente o nolente, si nascondono delle ombre celate, mancanze dovute alla crescita e all’adolescenza, come l’allontanamento dalle vecchie amicizie e da un vecchio stile di vita - a maggior ragione dopo essere stato punto dal ragno - o segreti di famiglia, come in ogni famiglia, che chi ha già avuto modo di posare gli occhi sulle varie serie a fumetti dedicate a Miles che si susseguono dal 2011 a oggi, o quanto meno al film Un nuovo universo, può facilmente intuire. Affetti, amici, nemici, responsabilità, eredità s'intrecciano in continuazione nella corsa che porterà il nostro eroe di serie B a scontrarsi con la Roxxon, società con le mani in pasta praticamente ovunque che i fan dei fumetti Marvel conoscono fin troppo bene.

Senza dilungarci troppo sulla trama, per non rovinarvi un racconto molto denso e piuttosto intrigante che si snoda nelle circa 7 ore necessarie a portare a compimento Marvel’s Spider-Man: Miles Morales, ci teniamo a far notare come Insomniac abbia lavorato di fino sul personaggio di Miles, rendendo giustizia alla sua età e alla sua provenienza, la già citata Harlem, trasformandolo a tutti gli effetti in un amichevole Spider-Man di quartiere, spensierato (quando possibile) e testardo, un Uomo Ragno alle prime armi disposto a mettere in mostra i muscoli e, soprattutto, il cuore.

"Dondolarsi tra i grattacieli è sempre un piacere, tanto da non voler mai utilizzare gli spostamenti in metropolitana"La poca esperienza di questo Spidey si nota immediatamente volteggiando per New York, una città resa viva e pulsante dall’operazione di restyling generale di Insomniac, ciondolando tra i palazzi in maniera sgraziata e scomposta, goffa, imprudente e disarmonica, al limite del disequilibrio, tutto il contrario della solidità dimostrata da Peter con le sue animazioni. E a proposito della città, lo scenario ricalca fedelmente (per ovvie ragioni) lo skyline già visto nel 2018, ma gli sviluppatori sono riusciti a dare una patina di unicità proponendo una Manhattan imbiancata durante le vacanze di Natale, con fiocchi di neve che scendono dal cielo, banchi di nebbia o una vera e propria bufera. Dondolarsi tra i grattacieli è sempre un piacere, tanto da non voler mai utilizzare gli spostamenti in metropolitana - nonostante i caricamenti letteralmente immediati di PlayStation 5 - ed è anche un’ottima scusa per fermarsi a sventare un crimine, raccogliere cimeli del passato o registrare file audio. 

Ecco, proprio tirando in ballo le attività secondarie, dobbiamo constatare come non si differenzino un granché rispetto a quanto sperimentato nel primo capitolo, con eventi rapidi e sbrigativi, ripetitivi e allietati solamente dal poco tempo richiesto a completarli. A parte i covi da liberare, che sono sei in tutto, le altre attività vi richiederanno appena una manciata di minuti per essere archiviate con successo, dimostrandosi delle blande alternative alla trama principale e nulla più. Oltre alle attività presenti sulla mappa di gioco, è possibile intraprendere alcune missioni secondarie segnalate su un'apposita App gestita da Ganke, brevi impegni che, praticamente sempre, conducono a una ricompensa o a una sottotrama che riprende alcuni elementi già visti in passato.

E sempre parlando di fattori che sono rimasti pressoché identici, impossibile non raccontarvi del combat system, quel free flow già ampiamente collaudato che qui si ripresenta in forma smagliante, migliorato sotto il punto di vista delle animazioni e della fluidità in generale, ma che una volta impugnato saldamente il DualSense restituisce sensazioni identiche al predecessore (com’è giusto che sia, però). Le poche novità introdotte, invece, hanno un loro peso e si fanno sentire; come il Venom - la puntura elettrostatica di Miles - che permette di gestire tanto le orde di nemici quanto i villain più corazzati, dando vita a combo accompagnate da una messa in scena e da un’effettistica spettacolari e coinvolgenti; o come le capacità mimetiche di Miles, che gli permettono di occultarsi e rendersi invisibile per brevi periodi di tempo, utili nelle fasi stealth ma anche nei combattimenti a scena aperta, con i nemici che cominceranno a sparare in giro presi dal panico appena gli scomparirete davanti agli occhi. 

Occhi - i vostri - che non smetteranno mai di brillare osservando quanto prodotto da Insomniac sulla nuova macchina di Sony. Selezionando la modalità con il Ray Tracing e il 4K il gioco diventa caldo, avvolgente, nonostante un'utilizzo timido del Ray Tracing (probabilmente per assecondare la natura cross-gen del titolo) che si fa notare su tutte le facciate dei palazzi e sui riflessi in generale. Tuttavia, noi abbiamo preferito di gran lunga la modalità con il 4K scalato e i 60fps: la naturalezza raggiunta con questi settaggi è magica, irrinunciabile, e non fa sentire troppo la mancanza del Ray Tracing, complice un perfetto lavoro di illuminazione. Se questo è il buongiorno della next-gen - e come abbiamo detto, un buongiorno assonnato e appena sveglio - non vediamo l'ora di scoprire cosa ci riserva il futuro. Da segnalare, invece, la scarsa implementazione del DualSense, il nuovo pad delle meraviglie che, oltre a una resistenza nei grilletti (mai calibrata, sempre uguale) e a una vibrazione piuttosto standard, non si è fatto notare come immaginavamo.

Marvel's Spider-Man: Miles Morales è un gioco che saprà saziare la vostra voglia di ragnatele, tanto in attesa di un sequel vero e proprio, quanto per quello che è, ovvero un'esperienza più lucida e personale, forse meno epica della precedente, ma con tanti ottimi spunti che verranno sicuramente ripresi più avanti. La trama regge bene fino allo splendido finale, complice l'ottima penna degli scrittori e una certa furbizia nel gestire colpi di scena altrimenti telefonati. Chiamatelo more of the same, chiamatelo come vi pare, ma questo titolo è la conferma per un serie da cui ci aspettiamo grandi cose, compreso un netto passo in avanti per tutte le criticità espresse in queste righe che, a dirla tutta, non ci avevano convinti nemmeno nel titolo originale. Godere di Marvel's Spider-Man: Miles Morales su PS5 è come fare un favore ai vostri occhi, un regalo di Natale in anticipo per tutti gli appassionati dell'arrampicamuri, quindi vogliatevi bene e fate un bel po' di stretching prima di cominciare a planare sopra i tetti di New York.

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