Martha is Dead, una splendida fotografia della psiche umana | Recensione
Dopo il magnifico The Town of Light, LKA torna con Martha is Dead, un'avventura dalle tinte horror e dai risvolti psicologici
Negli ultimi mesi, presi da diversi problemi reali e distratti dall’uscita di moltissimi altri videogiochi dal budget più alto, non si è parlato abbastanza di Martha is Dead. Un titolo che, per alcuni, potrebbe essere considerato un vero e proprio horror. Non perché faccia paura, ma perché in grado di fotografare diversi aspetti dell’animo umano con i quali ci troviamo a convivere ogni giorno. Aspetti che non vorremmo mai vedere, ma che sono lì, nell’ombra, a guardarci dritti negli occhi. Scopriamo quindi perché il titolo di LKA è un’opera che, se siete amanti di una determinata tipologia di racconti, non dovreste proprio lasciarvi sfuggire.
MARTHA È MORTA
Gli eventi che sono alla base di Martha is Dead dimostrano sin da subito una gravitas semplicemente impressionante. Toscana, 1944. Giulia e Martha sono due sorelle gemelle, figlie di un generale tedesco, che vivono la loro vita tra le colline mentre in Italia si diffonde la Seconda Guerra Mondiale. Giulia è una grande amante della fotografia, mentre Martha è una ragazza sordomuta, da sempre ritenuta la figlia migliore da parte della madre. Una mattina, Martha viene trovata morta dalla sorella tra le acque del lago. In preda allo shock, Giulia decide di sfruttare la straordinaria somiglianza con Martha per sostituirsi a lei, cercando così di entrare nelle grazie della famiglia.
Martha is Dead parte quindi come un vero e proprio thriller psicologico, inserendo degli elementi horror qua e là, ma senza crederci mai davvero. Come già accennato nei primi paragrafi: il vero orrore è l’animo umano, che supera qualsiasi evento sovrannaturale. Un animo che viene perfettamente inquadrato dai ragazzi di LKA, che decidono di prendere il toro per le corna e raccontare una storia dura, difficile da digerire e accompagnata da sequenze davvero forti. Vi basti sapere che tre di queste sequenze sono state censurate nella versione per piattaforme Sony, tramutando momenti di gioco in “semplici” filmati e rimuovendo alcuni riferimenti espliciti. Una scelta che bocciamo in toto, in quanto vivere attivamente la vicenda ha un pathos del tutto differente dall’essere meri osservatori.
Senza entrare nel dettaglio della storia per non rovinarvi l’esperienza, sappiate che difficilmente siamo rimasti tanto impressionati da un’opera videoludica. Ci siamo spesso trovati col groppo alla gola, scossi per gli avvenimenti messi in scena e provati per l’estrema maturità con la quale questi sono trattati. Martha is Dead non è un semplice gioco, ma una vera e propria esperienza videoludica alla quale avvicinarsi solamente se non siete particolarmente sensibili ad argomenti come violenza (fisica e psichica), autolesionismo e malattie mentali.
UN AMBIENTE PARADISIACO
In completo contrasto con le dure tematiche trattate, Martha is Dead è ambientato nella splendida campagna toscana. Il titolo è assimilabile ad altre opere story-driver come Everybody’s Gone to the Rapture o The Vanishing of Ethan Carter, con l’attività principale che è composta dal muoversi attraverso la mappa di gioco. Non si spara, non ci si nasconde e non ci sono meccanismi ludici se non quelli strettamente legati allo sviluppo della storia. Sono presenti alcuni puzzle ambientali (alcuni davvero riusciti), ma ancora una volta legati allo sviluppo degli eventi.
Una delle grandi passioni di Giulia è quella della fotografia, che gli sviluppatori sono perfettamente riusciti a comunicare nel corso del gioco. Dopo essere entrato in possesso della macchina fotografica, il giocatore potrà recuperare vari filtri, lenti e strumenti per poter scattare foto dell’ambiente circostante. Queste foto vanno poi sviluppate nella camera oscura presente in cantina, attraverso un metodo storicamente accurato (seppur semplificato). Questo elemento ludico serve per completare missioni principali e missioni secondarie, quest’ultime necessarie non per maturare esperienza, ma per tuffarci maggiormente nel contesto storico. Ognuna delle (brevi) avventure che potremo intraprendere serve per regalarci uno spaccato dell’epoca, permettendoci di immedesimarci nella vita di Giulia. Una scelta riuscita e che ci spinge a consigliare a tutti i giocatori di affrontare ogni singolo obiettivo prima di procedere con la main quest.
UNA STORIA REALISTICA
Da un punto di vista estetico, Martha is Dead è un piccolo gioiello. I ragazzi di LKA sanno bene cosa mostrare (e cosa non mostrare) in scena, sfruttando poi narrativamente l’assenza di veri e propri personaggi con i quali interagire. Il risultato è un colpo d’occhio più che buono, con ambienti ricostruiti magistralmente e un’illuminazione davvero curata. Certo, le animazioni talvolta sono un po’ macchinose, ma nulla di cui preoccuparsi.
Buono il comparto sonoro. La soundtrack è davvero ottima, con canzoni dell’epoca e una sapiente alternanza di musica e silenzi. Altalenante, invece, il doppiaggio, con vanta una splendida voce per la protagonista, ma che delude quando entrano in scena alcuni personaggi secondari.
Durante la nostra partita, durata circa sette ore, abbiamo riscontrato qualche anche qualche bug. Poco importa se non si è sbloccato qualche achievement, ma precipitare nell’abisso ed essere costretti a riavviare il capitolo ci è parso un po’ troppo per non segnalarne la presenza. Nulla che, con una buona patch correttiva, non si possa rapidamente sistemare.
Martha is Dead è un’opera narrativamente sensazionale. Uno dei videogiochi più coinvolgenti degli ultimi anni dal punto di vista emotivo e che, senza dubbio, rientrerà tra i titoli per noi più importanti del 2022. Se non avete paura di guardare nell’abisso della vostra mente, sentitivi in dovere di recuperare il lavoro di LKA. D’altro canto, se siete sensibili ad alcuni argomenti, forse fareste bene a guardare semplicemente dei video su YouTube o a giocare alla versione PlayStation, sicuramente meno impattante. L’importante è che non trascuriate l’esistenza di un’opera di questo livello, che ha così tanto da dire e che lo fa con magistrale eleganza.