Marcel the Shell, la recensione
Nonostante la storia sia nelle sue tesi socio-mediali piuttosto debole, Marcel the Shell conquista per la tenerezza del protagonista
La recensione di Marcel the Shell with Shoes On, al cinema dal 9 febbraio
Ormai è risaputo che proprio la ricerca del linguaggio e della forma è il cavallo di battaglia dei film A24 (che infatti spesso peccano sulla narrazione). Marcel the Shell infatti basa moltissima della sua forza attrattiva su un’idea originale: l’intervista a una conchiglia parlante che mescola il linguaggio visivo del mockumentary alla tecnica dello stop-motion. Quello che però sorprende è che Marcel, oltre a convincerci della credibilità del suo mondo attraverso le scelte linguistiche, racchiude una bellissima storia che ci parla di affetti, perdita, senso di comunità.
È quasi impossibile non ridere bonariamente per queste trovate, così come è quasi immediata l’empatia che, in un sottile crescendo, acquisiamo per Marcel dal momento in cui comincia a raccontarsi. La mini-trama che Fleischer Camp cuce intorno a questo mondo è, banalmente, la ricerca di Marcel della sua famiglia: un obiettivo narrativamente semplicissimo, ma che attraverso gli occhioni (ehm, l’occhietto) di Marcel e il suo imbattersi negli strumenti della contemporaneità umana assume tutto un altro ordine di grandezza. Sarà infatti a partire dalla messa online delle interviste a Marcel che questo diventerà una star inconsapevole del web e che gli utenti di internet (un’audience, non una vera comunità nelle tesi del film) ameranno senza comprendere, in una deriva forse qui sì un po’ naive e semplicistica del mondo dei media.
Pur essendo Marcel un film sugli affetti, Fleischer Camp non ricerca quasi mai l’effetto-magone (a parte un paio di volte). Insomma nonostante la storia sia nelle sue tesi socio-mediali piuttosto debole, Marcel the Shell conquista per i suoi piccoli momenti di intimità e di tenerezza, per il carattere di Marcel, la sua relazione con la nonna e il videomaker. E, soprattutto, per la tenerezza del contrasto tra un personaggio minuscolo e l’universalità dei suoi sentimenti. Anche i più dolorosi.
Siete d’accordo con la nostra recensione di Marcel the Shell? Scrivetelo nei commenti!
Vi ricordiamo che BadTaste è anche su Twitch!