Marauders 1, la recensione

Il primo numero di Marauders è un'elettrizzante avventura in salsa piratesca, resa ancor più vivace e dinamica dalle matite di Matteo Lolli

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


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Marauders #1, anteprima 01

Dopo la conclusione delle miniserie che hanno modificato lo status quo degli X-Men, House of X e Powers of X, ha avuto inizio la seconda fase della rivoluzione mutante: Dawn of X. In Italia, abbiamo avuto modo di assistere al varo di questa nuova linea con la pubblicazione del primo numero della testata ammiraglia, X-Men, ma ora è già tempo di immergersi nelle atmosfere piratesche di Marauders, titolo firmato da Gerry Duggan (Infinity Wars) e dal nostro Matteo Lolli (Deadpool).

La storia prende spunto dalla particolare condizione della protagonista della serie, Kitty Pryde: a differenza degli altri mutanti, non riesce a sfruttare i giunti per entrare a Krakoa, l’isola senziente divenuta la nazione dell'Homo Superior. Il motivo dell'esclusione resta un mistero e sembra pesare sull’umore dell’ex Sprite, ma il sopraggiungere di “un’offerta che non si può rifiutare” permette alla Nostra di contribuire alla causa in maniera diversa: viaggiando per il pianeta per salvare i mutanti di quei governi che non hanno accettato le condizioni di Charles Xavier (o l'hanno fatto malvolentieri).

La ciurma che la seguiranno in questa avventura è composta dai personaggi che appaiono sulla copertina firmata da Russell Dauterman, un gruppo eterogeneo composto da Tempesta, l’Uomo Ghiaccio, Pyro e Alfiere.

Rispetto ai titoli che hanno dato il là alla rivoluzione mutante, Marauders ha un tono più leggero, riuscendo a coniugare la preminente componente action con siparietti divertenti. Pur distaccandosi dalle atmosfere solenni create da Hickman, la serie di Duggan sviluppa in maniera organica molti aspetti di questo nuovo assetto, concentrandosi in particolare su Kate Pryde e sul suo percorso di crescita: ora conosciamo il motivo dietro alla sua assenza nella prima parte della rivoluzione mutante, e la ritroviamo più sicura e risoluta. E pure un po' incazzata.

"Un esordio più che soddisfacente, forte di una componente artistica d'impatto."Non mancano spunti per sviluppi futuri – come il coinvolgimento di Emma Frost – che verranno approfonditi nei prossimi numeri e che continuano a proiettare un’ombra oscura sulle vicende della neonata nazione-stato.

Difficile non fare un parallelo con quanto letto sul primo numero di X-Men: per quanto gli approcci narrativi siano agli antipodi, entrambe le testate sono molto attente a porre sotto ai riflettori un personaggio per volta (in quel caso, Ciclope), approfondendone gli aspetti psicologici e mettendo in risalto il ruolo ricoperto in questa nuova era. Attorno alle emozioni della figura centrale ruota un cast di comprimari gestiti sapientemente da Hickman e Duggan, che iniziano a gettare le basi per intriganti dinamiche di gruppo.

Brioso, luminoso e leggero, questo primo numero conquista per le peculiarità di cui sopra, dando vita a un esordio più che soddisfacente, forte di una componente artistica dinamica e d'impatto. Il lavoro del disegnatore nostrano è completato dalle colorazioni vivaci di Federico Blee, in un azzeccato connubio.

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