Maradonapoli, la recensione
Con una profondità e una serietà inedite, Maradonapoli è l'indagine più efficace ed esaustiva su cosa abbia significato Maradona per Napoli
È il grande pregio di questo documentario sull’incidenza del calciatore argentino nella cultura popolare napoletana. Sfuggendo ogni luogo comune sportivo e abbracciando invece in pieno il folklore, immergendosi in esso fino a che smette di essere pregiudizio o stereotipo e comincia ad acquistare un senso profondo, Maradonapoli senza cercare la strada intellettuale si apre ragionamenti sull’epica, sulla politica dei gesti quotidiani e sulla potenza di una narrazione popolare. Elevare i discorsi più banali ammassandoli, presentandoli e ordinandoli fino formare un ragionamento tramite parole altrui.
Non siamo insomma di fronte a Questa Storia Qua, altro documentario fondato sull’assenza del proprio soggetto (Vasco Rossi), ma formalmente ardito e sublime. Maradonapoli non riesce o non vuole lavorare sull’immagine di Maradona e nemmeno su quella di Napoli. I tanti stimoli riguardo l’impatto culturale di un giocatore su una città sono un fiume di parole che non si accoppia mai ad una sintesi visiva e questo nonostante l’iconografia di Maradona sia molto forte e molto presente in tutto il film (ma nella forma di statuine, iconette, ceramiche ecc. ecc.). Non era indispensabile né richiesto, sia chiaro, il documentario sa farsi bastare il lavoro sul testo, è solo un peccato.