Manifest Destiny vol. 3: Chiroptera e Carniformaves, la recensione
La premessa base di Manifest Destiny è chiara: si tratta di una rivisitazione, in chiave fantasy e horror, della spedizione guidata dai capitani Lewis e Clark, volta all'esplorazione e mappatura delle "terre selvagge" dei Nord America a cavallo tra il 1803 e il 1806, su mandato del Presidente dei neonati Stati Uniti d'America, Thomas Jefferson. Solo che, a differenza di quanto avvenuto nella realtà, i due protagonisti del fumetto e il loro equipaggio noto come Corp of Discovery (composto da soldati, ma anche da galeotti in fuga dalla forca) non hanno trovato solo tribù di nativi lungo il proprio sentiero. Oltre a una figura storica di grande rilievo come Sacajawea, della tribù Shoshone, e a suo marito, il trapper Charbonneau, gli esploratori hanno dovuto far fronte all'inquietante presenza di esseri mostruosi e sovrannaturali, come creature a metà tra tori ed esseri umani, rane giganti e carnivore o piante senzienti in grado di infettare la fauna trasformandola in esseri simili a zombie. Finora. Perché, come narrato nel terzo volume della serie, sottotitolato Chiroptera e Carniformaves, la spedizione è ben lungi dall'essere conclusa. Così come il pericolo.
È sorprendente rilevare come Dingess abbia davvero una totale padronanza della storia partorita dalla sua mente. Il livello qualitativo di Manifest Destiny non solo non si depaupera col il progredire della narrazione, ma anzi, se possibile, continua a crescere in maniera costante, riuscendo a raggiungere di volta in volta nuovi picchi narrativi. Senza timore di sbagliarci, possiamo dunque asserire che questo terzo volume dell'opera è il migliore letto sinora. Perché? Perché il fumetto è in grado di rinnovarsi continuamente, con sotto-trame sempre diverse, tasselli di un'unica, grande storia che siamo sicuri che da qui al finale ci riserverà nuove sorprese. Sebbene il fumetto abbia un format quasi da serie TV, dove in modo abbastanza procedurale i protagonisti si trovano a dover affrontare un nuovo tipo di "mostro" in ogni puntata, non possiamo non rilevare come questa presenza sia solo un pretesto per raccontarci qualcosa di più grande e profondo, che radica la sua ragion d'essere nella stessa complessa e sfaccettata natura umana dei protagonisti. Il tutto narrato senza filtri, senza quel fastidioso politicamente corretto, senza cadere mai nel banale, dimostrando che un aggiungere un po' di sano revisionismo horror e fantasy a una storia d'avventura che narra eventi realmente accaduti non guasta per nulla, ma, anzi, insaporisce il tutto. Tutto scritto con grande equilibrio tra azione e parole e ottima scansione dei tempi del racconto, tra l'altro.
Una lettura a dir poco consigliata per uno dei fumetti più freschi e avvincenti degli ultimi anni.