Manhattan 1x01 "You Always Hurt the One You Love": la recensione
Recensione di Manhattan, la serie di WGN America che racconta la costruzione della bomba atomica
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Mentre gli occhi del mondo sono proiettati sullo scenario bellico in Europa e nel Pacifico (piccola parentesi che c'entra poco con la serie: sull'argomento consigliatissimi Band of Brothers e The Pacific della HBO), la camera – diretta in questo pilot da Thomas Schlamme – ci conduce in una località nel deserto del New Mexico. È il 2 luglio 1943 e, come ci informano le didascalie introduttive, mancano 766 giorni allo sgancio della bomba atomica su Hiroshima, evento che, con quello analogo di Nagasaki, pose praticamente fine alla Seconda Guerra Mondiale. Questa è la storia del progetto Manhattan, che segretamente gli Stati Uniti e altre potenze Alleate portarono avanti per costruire il più distruttivo ordigno bellico apparso fino a quel momento.
Questo il quadro che emerge a più riprese nei dialoghi tra i protagonisti. Spicca su tutti Frank Winter (un ottimo John Benjamin Hickey), capo di una delle divisioni scientifiche. Suoi i maggiori dilemmi etici e morali nella vicenda, che emergono tramite due bei momenti di dialogo verso la fine dell'episodio e in una scena onirica e apocalittica. Il nostro occhio sulla storia in principio coincide con quello di Charlie e Abby (Ashley Zuckerman e Rachel Brosnahan), una giovane coppia che giunge sul posto e che, inizialmente, come noi si trova spaesata. Il piccolo non-luogo diventa allora specchio un po' distorto dei suoi tempi, date le particolari circostanze, con figure femminili più presenti di quanto ci aspetteremmo (la moglie di Frank Winter, Liza, interpretata da Olivia Williams, sembra un personaggio che avrà un certo spazio).