Man Seeking Woman (prima stagione): la recensione

Si è conclusa la prima stagione di Man Seeking Woman, comedy di FXX: la recensione

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Iniziare a vedere Man Seeking Woman per caso, senza conoscerne lo stile, è un'esperienza completamente folle e sorprendente. Si passa dallo sconcerto alle teorie più disparate, fino a quando ci si accorge che non è il caso di ragionare troppo e ci si lascia trasportare dall'euforia delle situazioni. E quello della nuova comedy di FXX è un meccanismo che tiene abbastanza bene per tutta la breve stagione di dieci episodi. Subentrerà un po' di routine e abitudine ad un certo punto, è inevitabile, ma la breve durata dei singoli episodi e della stagione in sé permette di arrivare fino in fondo scoprendo ad ogni puntata un nuovo motivo per divertirsi e sorprendersi. Ma di cosa stiamo parlando? Ovviamente parliamo di troll, matrimoni all'inferno, robot, viaggi indietro nel tempo e molto altro.

Josh Greenberg (Jay Baruchel) ha 27 anni e ha appena rotto con la sua fidanzata Maggie. O meglio, è stata lei a scaricarlo all'improvviso, lasciandolo senza certezze e con una stagione di Carnivàle da terminare. Il ragazzo si trova a disagio con la vita da single, e si getta immediatamente alla ricerca di una ragazza. Ad aiutarlo, con consigli più o meno azzeccati da parte di figure che in pratica ne sanno meno del protagonista, Mike (Eric André), l'amico di sempre, e Liz (Britt Lower), sua sorella maggiore. Le esperienze di Josh da un'appuntamento all'altro, da una breve storia ad un'altra, saranno disastrose, ma soprattutto surreali.

Qualche esempio per capirci. Il nuovo fidanzato di Maggie è Hitler. No, non è come lui, è proprio lui, in carne e ossa. Oppure, Josh avvicina una ragazza sulla metro e riesce ad avere il suo numero. Le vuole mandare un messaggio, ma non sa cosa scrivere, si crea mille complessi, raduna quindi i vertici militari degli Stati Uniti per una riunione straordinaria che finisce nel caos. Infine, la sorella complotta con i suoi amici, tutti fidanzati, per bloccarlo a tradimento con una cena tra coppiette per fargli conoscere una ragazza e, quando lui si rifiuta, il gruppo inizia a braccarlo come se fosse una setta di indemoniati.

L'idea è questa e non c'è molto altro da aggiungere. Tranne il primo e l'ultimo, tutti gli episodi sono praticamente intercambiabili. Non c'è un intreccio né una storia lineare, solo la voglia di giocare con gli stereotipi terribilmente reali della vita di coppia in particolare e della vita sociale in generale. Tutto quello che accade è un'esasperazione visiva dei mille complessi mentali che chiunque di noi si pone: è come se le fantasie pazzoidi di J.D. in Scrubs accadessero veramente, è una versione molto più caricata delle metafore visive di 500 giorni insieme. Il pregio della serie, che però rischia di diventare anche il suo limite, è proprio questo approccio così strano, che la distingue da qualunque altra serie, ma oltre il quale c'è davvero poco. E, con una serie già rinnovata per il secondo anno, è difficile immaginare il proseguimento per una formula divertente, ma che sembra aver già raggiunto il suo limite.

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