Making a Murderer (seconda stagione): la recensione
Le nostre impressioni sulla seconda stagione di Making a Murderer
Dal 2017 sono Web Content Specialist l'area TV del network BAD. Qui sotto trovi i miei contatti social e tutti i miei contenuti per il sito: articoli, recensioni e speciali.
La storia è sempre quella, di morboso fascino, di Steven Avery. L'uomo ha scontato diciotto anni di carcere per un crimine non commesso. Uscito di prigione, ha intentato una causa milionaria per ottenere risarcimenti. Appena due anni dopo la sua scarcerazione, è stato arrestato ancora, stavolta con l'accusa di omicidio. Giudicato colpevole, si trova in carcere. Le due documentariste Laura Ricciardi e Moira Demos sposano fin dal titolo della serie l'idea che l'uomo sia stato incastrato dalle autorità. Tutta la prima stagione ripercorreva il processo, concentrandosi su presunte confessioni estorte, prove non attendibili, contraddizioni varie.
Dal punto di vista del coinvolgimento, o della stessa ragion d'essere del prodotto, c'è un netto passo indietro rispetto alla prima stagione. La storia di Avery si avviluppava intorno ad una vicenda stranger than fiction, ed era interessante seguirne gli sviluppi, che partivano da lontano e quindi ci raccontavano il processo. Qui il tempo raccontato è molto più ristretto, gli eventi sono di meno, lo stesso Avery praticamente scompare, e ne udiamo solo la voce da conversazioni. Per contrasto, la serie si concentra molto di più sulla famiglia dell'uomo, sul disagio di chi crede fermamente alla sua innocenza, sulla tristezza di chi, come i più anziani, sa che probabilmente non vivrà abbastanza da rivederlo libero.
La stagione – esattamente come la seconda di American Vandal – si apre riflettendo sulle conseguenze della prima, anche riportando le critiche storiche alla serie. E qualcuno ricorderà che il processo ha accumulato più di 200 ore di dibattimento, mentre la prima stagione di Making a Murderer è composta da dieci. Nessun documentario al mondo può sperare di esaurire un argomento (anche un gioiello di divulgazione scientifica come Cosmos), ma quantomeno dovrebbe avere lo slancio necessario e l'aspirazione ad essere più della somma delle sue parti. Per prodotti come Making a Murderer forse si dovrebbe creare una definizione ad hoc.