Madman Collection vol. 1: Odissea nello Strano, la recensione

La Panini ripropone in una raccolta di quattordici volumi uno dei capolavori dei bistrattati anni '90 e un classico del fumetto indipendente: Madman

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


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La Panini ripropone in una raccolta di quattordici volumi uno dei capolavori dei bistrattati anni '90 e un classico del fumetto indipendente: Madman.
Mike Allred creò la figura di Frank Einstein all'inizio dell'ultimo decennio del '900 e questi esordì in alcune pubblicazione della Caliber, ma non si trattava ancora dello strambo eroe mascherato, armato di yoyo. Madman apparve la prima volta nei tre episodi qui raccolti e usciti originariamente per la Tundra Press nel 1992 e poi entrati sotto il marchio Image, che ora ne detiene i diritti per la pubblicazione.

L'opera di Allred si presenta già dal titolo come qualcosa di straordinariamente atipico e innovativo. Il genere supereroico è solo un pretesto, Madman è un guizzo di creatività e un esercizio del pensiero, espressione di profondità e desiderio di leggerezza. Il risultato finale è una sintesi di classico e moderno che precorre i tempi, una miscela selezionata e variopinta di tutti gli amori, le passioni e le fantasie del suo autore. La fusione è quella di pulp, fantascienza e azione interpretate con spirito eclettico, attraverso un tratto personalissimo, immediatamente riconoscibile e unico.

L'origine del nome di Frank Einstein, che letto di un fiato suona volutamente come la creatura del romanzo di Mary Shelley, è già una storia e viene raccontata in Odissea nello Strano insieme alla nascita del protagonista che è alla disperata ricerca del sua identità e dei suoi ricordi, un mostro forse, circondato da scienziati squilibrati e criminali da strapazzo, ma inguaribile altruista, innamorato di una donna bellissima e per lui inarrivabile.

Madman è un prodotto controcorrente. Il suo fisico è ben diverso dalle dimostrazioni ipertrofiche di allora, così come il suo raffazzonato costume è l'opposto dell'eccentricità delle divise che affollano i comics americani di quell'epoca. A differenza di un personaggio che in qualche modo gli assomiglia, Deadpool (di Fabian Nicieza e Rob Liefeld), in quanto parodia del supereroe, nato in quegli stessi anni, l'intuizione di Allred travalica i tempi ed è una straordinaria icona pop, che si distingue per eleganza e immaginazione, catturate in quelle tavole in bianco, nero e blu, affidate alla cura della moglie Laura, colorista della serie.

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