Made for Love (prima stagione): la recensione

La prima stagione di Made for Love, nonostante una sceneggiatura a tratti ripetitiva, convince grazie all'ottima intepretazione di Cristin Milioti

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Made For Love: la recensione della prima stagione

Made for Love, la nuova serie con star Cristin Milioti, arriva sugli schermi italiani di Sky e NOW con gli episodi della prima stagione.
Il progetto tratto dal romanzo di Alissa Nutting propone una storia di emancipazione dando spazio al racconto di una storia d'amore che finisce a causa dell'ossessione e del controllo mentale.
Al centro della trama c'è infatti Hazel Green: una trentenne che è sposata con un miliardario in campo tecnologico, Byron Gogol (Billy Magnussen), che sembrava un principe azzurro e si è rivelato invece un maniaco del controllo che non si rende conto di compiere quotidianamente sulla moglie abusi di tipo emotivo e di averla privata di ogni libertà.
La giovane si è innamorata di lui travolta emotivamente da un corteggiamento sopra le righe e convinta di aver trovato l'uomo in grado da farla uscire definitivamente dala povertà e dalla miserie in cui è cresciuta. La coppia si trasferisce però all'interno di The Hub, ovvero una lussuosa villa completamente chiusa dentro una struttura cubica, dove ogni momento, persino i rapporti sessuali e le ore trascorse a dormire, è controllato, sorvegliato e monitorato. Nella piscina, inoltre, c'è un esemplare di delfino a cui è stato installato un chip nel cervello che permette di monitorare ogni bisogno e i cambi di umore. L'esperimento è finalizzato a sviluppare una tecnologia che secondo Byron assicurerà il lieto fine a tutte le coppie, potendo infatti "leggere la mente" del partner e porre fine ai problemi di comunicazione e ai potenziali tradimenti. Quando il marito annuncia che saranno i primi a usare la nuova tecnologia, Hazel capisce che è arrivato il momento di fuggire, ma senza saperlo Byron ha già impiantato nel suo cervello il chip. La protagonista non può far altro che rifugiarsi dal padre (Ray Romano) che, dopo la perdita della moglie, ha iniziato una "relazione" con una bambola a grandezza naturale. Hazel deve quindi cercare di trovare un modo per spezzare il legame con il proprio passato e con un marito che controlla ogni cosa, ma non capisce le vere esigenze della donna che ha sposato.

Alissa Nutting firma l'adattamento del suo romanzo infondendo alla storia una vena di umorismo dark che alleggerisce le tematiche rilevanti e tristemente attuali. La vita di Hazel è infatti all'insegna della solitudine, della voglia di essere notata e apprezzata, del desiderio di avere un futuro migliore e dal tentativo di liberarsi emotivamente e fisicamente. Hazel, nello show, in fondo non è trattata in modo molto diverso dalla bambola con cui suo padre ha una relazione o dal delfino prigioniero nella sua piscina.
Il team di creatori e produttori - composto da Dean Bakopoilos, Christina Lee, Nutting e Patrick Sommerville - hanno offerto all'ex star di How I Met Your Mother la possibilità di mettersi alla prova con un ruolo complesso e spigoloso, la cui assenza di amore crescendo l'ha spinta ad avere un approccio sarcastico e disincantato al mondo, pur mantenendo dentro di sé una sensibilità forse inaspettata. Billy Magnussen convince nel ruolo di un insopportabile miliardario che sembra totalmente incapace di capire le conseguenze dei suoi comportamenti. L'attore è particolarmente bravo a dare spessore a Byron Gogol con la sua espressività, riuscendo così a suscitare l'impressione che la sua mania per il controllo sia in realtà un modo per nascondere un profondo desiderio di conoscere realmente il prossimo con un approccio totalmente sbagliato e negativo.
Uno strepitoso Ray Romano e Noma Dumezweni si distinguono poi con le loro performance convincenti nonostante uno spazio piuttosto limitato.

Made for love

A non entusiasmare, invece, è la sceneggiatura un po' troppo ripetitiva nonostante il numero esiguo di episodi realizzati. I passi in avanti a livello narrativo vengono infatti compiuti dopo un alternarsi di situazioni che sembrano sempre riportare al punto di partenza la protagonista. I flashback legati alle prime fasi della relazione tra i due protagonisti, invece, sono gestiti con attenzione per rendere chiari i motivi che hanno portato Hazel a legarsi al miliardario e come fosse un rapporto destinato ad andare in pezzi fin dall'inizio, essendo basato sulle motivazioni sbagliate per iniziare una storia d'amore.

Non tutto funziona per il verso giusto nello show e non viene quasi mai raggiunto un reale equilibrio tra la capacità di intrattenere, a tratti anche divertendo molto, e la riflessione su tematiche serie e importanti, tuttavia Made for Love lascia, grazie alla bravura dei suoi protagonisti, la voglia di scoprire cosa accadrà a questa strana coppia composta da due personaggi che devono ancora maturare e capire realmente come accettare se stessi e gli altri. La serie, con le sue situazioni surreali e i riferimenti ironici alla realtà, sottolinea con un approccio piuttosto unico nel panorama televisivo quanto sia importante accettare ciò che rende unico ognuno di noi, anche se si tratta di difetti, e lasciare la razionalità un po' da parte in amore, rinunciando così a un sogno irreale di totale comprensione per fare posto invece a una comunicazione all'insegna del dialogo, della voglia di scoprire e alla comprensione. Difficile, però, non chiedersi se la serie sarebbe stata in grado di meritare una visione con un altro cast, sostenendosi prevalentemente grazie alle buone interpretazioni dei protagonisti.

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