Madagascar

Un gruppo di animali rinchiusi nello zoo di New York riacquista la libertà , ma si ritrova in un ambiente ostile. Purtroppo, non c’è la Pixar dietro tutto questo...

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Si rischia di diventare ripetitivi e noiosi, ma visto che il problema è sempre lo stesso, ricapitoliamo. La Pixar, nonostante possa vantare un livello tecnico molto più alto, basa sempre i propri titoli sulla storia e sui personaggi, scegliendo gli attori più adatti, senza preoccuparsi di avere dei divi da utilizzare per la promozione. La Dreamworks invece, anche se spesso presenta una qualità tecnica molto discutibile, incentra i suoi titoli sulle star coinvolte, che peraltro (si suppone) debbano avere la possibilità di gigioneggiare a piacimento, mettendo ben in evidenza la loro personalità .

Molti avevano visto Shark Tale come uno dei peggiori titoli in animazione digitale di sempre. Beh, credo che quella pellicola fosse stata massacrata ben al di là dei suoi demeriti, ma di sicuro questo Madagascar è molto più deludente.
Intanto, una domanda. Il fatto di distribuire i film della Aardman permette alla Dreamworks anche di copiarli? Non è tanto il ripetersi della situazione di Galline in fuga, quanto l’evidente punto di riferimento in Creature Comforts, un cortometraggio del 1989 premiato con l’Oscar e che descriveva appunto dei bizzarri animali di uno zoo.
Ma ovviamente le citazioni non si fermano qui. Se l’idea de Il pianeta delle scimmie è carina (perché non prevista), quella di parodiare per la ottantaduesima volta American Beauty molto meno.

E i classici difetti della casa di Katzenberg rimangono tutti. La storia è tirata via, con gli animali che vengono mandati via dallo zoo con motivazioni poco credibili. E poi, il climax della pellicola è veramente poca cosa. Non va molto meglio con i divi coinvolti (Ben Stiller, ma soprattutto un insopportabile Chris Rock), che come al solito divagano senza pietà .
E anche l’animazione non offre certo grandi progressi tecnici. La scena all’inizio, tra erba e movimenti strani degli animali, è molto chiara, ma anche in seguito, quando per esempio ci sono delle onde di mezzo, c’è poco da rallegrarsi.

Le idee carine, in tutto questo, non mancano. Ma mentre alcune gag sono simpatiche, altre sono tirate per le lunghe e/o prevedibili. Tanto per capirci, la vecchietta terribile dell’inizio è fantastica nei primi momenti, ma poi diventa stancante.
Per fortuna, anche se troppo raramente, arrivano i pinguini. Folli, furbi e soprattutto bastardi. Ecco, se il film fosse stato incentrato su di loro, ci saremmo divertiti molto di più...

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