Mad Men 7x07 "Waterloo" (midseason finale): la recensione

Un capolavoro nel capolavoro: questo è il midseason finale di Mad Men

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Spoiler Alert
"Don, my boy"

Ho scelto questa piccola esclamazione, tra le mille possibili e splendide citazioni tratte dall'ultimo episodio di Mad Men, per cominciare la recensione, perché la trovo la più vicina allo spirito della serie. Semplicemente perché da sola non vuol dire quasi nulla, non suscita nessuna emozione o riflessione particolare, non fa scattare alcun pensiero. Solo tre parole. Ma in quelle tre parole la serie di Matthew Weiner condensa un universo intero, dieci anni di storia dell'umanità raccontate in quasi sette stagioni, un segreto accessibile a tutti, ma che solo gli spettatori possono comprendere. Mad Men non è la serie eclatante che lavora sul colpo di scena, che sfonda sui social con la riproposizione delle frasi e dei momenti più memorabili. È un insieme di silenzi, di frasi non dette, di spunti meravigliosamente lasciati alla nostra interpretazione. E Waterloo, midseason finale, è il capolavoro nel capolavoro.

Da sempre in Mad Men la Storia e i grandi eventi storici si inchinano alle vicende della più piccola, ma anche più interessante, storia dei protagonisti. La crisi di Cuba, la morte di Kennedy, la guerra in Vietnam, sono solo parentesi lontane filtrate dalle immagini mosse di un televisore in qualche stanza d'albergo o in un salotto. Lo sbarco sulla Luna era atteso forse come l'ultimo grande evento storico degli anni '60, e come l'ultimo intreccio significativo tra la storia americana, che qui diventa davvero storia dell'umanità tutta, e i pubblicitari di New York. Nell'occasione il valore del momento viene invece sfruttato pienamente, l'allunaggio viene seguito attentamente, e addirittura gioca un ruolo di primo piano nella presentazione che il giorno seguente Don e gli altri dovranno fare ai rappresentanti della Burger Chef. Peggy prega sull'aereo diretta all'appuntamento, ma non per la salvezza degli astronauti quanto per il fatto che dalla riuscita della missione dipende il futuro dell'accordo.

Tutto andrà a buon fine, ma con un colpo di coda tanto inatteso quanto efficace, la scrittura riporta di peso il centro dell'attenzione sulla nostra storia. Bert Cooper, il vecchio saggio che cammina a piedi scalzi, si spegne improvvisamente, gettando nella confusione la SC&P e l'equilibrio tra i partner rimasto intatto fino a quel momento solo grazie alla presenza del leader.  Il licenziamento di Don dovrebbe essere la prima conseguenza, se non fosse per Roger, che conclude un accordo nel quale obbligatoriamente devono rientrare tutti i partner attuali, e quindi anche Don, garantendo un solido futuro per i successivi cinque anni. In tutto questo seguiamo anche la parentesi di Betty, che accoglie a casa degli amici di famiglia per alcuni giorni. Viene sottolineata la tensione sessuale tra Sally e il figlio più grande della coppia ospite (un esempio più sottile su tutti, Sally che ripete meccanicamente al padre via telefono le stesse considerazioni sull'allunaggio appena espresse dal ragazzo). Sally si veste come Betty, si pettina come lei, fuma come lei, ma infine non ne segue l'esempio, baciando il fratello minore e meno attraente dell'oggetto delle sue attenzioni, e soprattutto scegliendo di farlo lei stessa.

Una delle particolarità di Mad Men è che riesce ad essere poetico e struggente senza mai lasciarsi andare a emozioni facili e a esposizioni sottolineate, anzi trattenendo spesso all'interno dei personaggi i loro sentimenti. Il racconto di una caduta, quella metaforica (?) dei titoli di testa, che si intreccia con quella di Napoleone, citato da Bert, e quindi la Waterloo da cui prende il nome dell'episodio. La fine di qualcosa che è necessariamente l'inizio di qualcos'altro, la fine di un'epoca e la difficile transizione verso un'altra, che alla fine è il tema principale della serie e di cui il "passo da gigante per l'umanità" raccontato nell'ultimo episodio è solo l'ennesimo esempio. Ma anche la tensione del difficile scontro tra "personaggio" e "ruolo", sulla quale pare insistere particolarmente la scrittura nella prima parte di stagione.

Mad Men è anche questo. Abbiamo delle persone, normali, immerse in una società nella quale ciò che sono coincide con il loro ruolo sociale. Nel momento in cui la società cambia, questi soggetti vivono un trauma personale, si vedono minacciati nella loro identità, sono costretti a rielaborare e ricostruire loro stessi. Nella quinta stagione Lane Pryce pagava con la sua vita, in questo episodio in particolare Ted Chaough è vittima di insoddisfazione cronica e parla della morte, e non si contano quelli che hanno dovuto rinunciare al matrimonio e alla famiglia per inseguire questo ruolo di cui sopra. E poi c'è Don, che vive questa condizione universale di disagio in un modo ancora peggiore, dovuto al suo passato e alla costruzione di un'identità fittizia che riposa al di sotto del ruolo sociale, e che ha completamente schiacciato il vero "personaggio", esploso infine in modo traumatico alla fine della sesta stagione. In questo episodio Don praticamente si congeda anche da Megan, ma a modo suo fa parecchi passi in avanti. A Sally che, come dicevamo, per telefono gli comunica alcune considerazioni sull'allunaggio, Don risponde "Don't be so cynical!", ed è sempre lui a comprendere perfettamente i problemi di Ted e a convincerlo – attraverso motivazioni umane, non economiche – a tornare in agenzia.

Nella passerella obbligata dell'addio a Bert (nel momento del congedo ci accorgiamo di quanto sia stato fondamentale Robert Morse per questa serie), Don si allontana dalla folla, quando una voce familiare, e in quel momento assolutamente struggente, lo richiama. E lo chiama con semplicità, con affetto, con umanità. Lo chiama "ragazzo". E allora quelle tre parole che dicevamo all'inizio assumono un valore speciale, solo per noi che abbiamo seguito tutta la storia fino ad ora e che nello sguardo di meravigliosamente sorpreso e commosso di Don (Jon Hamm è un gigante) vediamo tutto. Il numero musicale che segue, e che nelle sue parole racchiude splendidamente tutto il discorso fatto finora, è impossibile, non il primo momento onirico della serie, ma di sicuro uno dei più eclatanti. Ma, come dice Don, non siate così cinici! Una porta si chiude su un sorriso, e un pezzo importante di storia della televisione ci lascia in attesa della seconda parte dell'ultima stagione, che non arriverà mai troppo presto.

"The Moon belongs to everyone, the best things in life are free"

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