Mad Men 7x06 "The Strategy": la recensione
Mad Men si prepara al midseason finale con il miglior episodio della stagione
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Chi si aspetti clamorose rivelazioni, turning point, scenate a viso aperto, stia alla larga dalla serie di Matthew Weiner. Mad Men lavora, dopo sette anni, con quello che ha, gioca con se stesso, con i suoi ricordi, con i suoi splendidi e umanissimi personaggi, e il massimo che ci regala è un pacato, ma emotivamente forte, momento di confidenza tra Don e Peggy sulle note di My Way di Sinatra. I due ruoli simbolo del racconto corale e sociale dell'America degli anni '60 tracciano un bilancio più esplicito del solito delle loro esistenze. E sono rimpianti e sono déjà vu quelli che scivolano davanti ai nostri occhi, senza isterismi, senza eccessi verbali o visivi, con la solita eleganza di scrittura e immagine che caratterizza la serie.
E tutto il resto della puntata si inchina di fronte a quella sequenza finale, e finisce per essere un semplice atto preparatorio per il climax. Pete che torna a New York con la nuova ragazza, che insiste per chiedere un parere a Don circa una campagna pubblicitaria realizzata da Peggy, che si infuria stupidamente e per motivazioni assurde di fronte a Trudy. Ma anche, di riflesso, il rifiuto di Joan della proposta di matrimonio – forse l'ultima della sua vita – e la frustrazione di Peggy che si vede soffiare un ruolo di primo piano nella presentazione in favore del suo vecchio capo. Alla fine si incontreranno a quel Burger Chef su cui ruotano tanti discorsi della puntata. Nello stesso momento, su un aereo, una tendina si chiuderà idealmente sulle figure di Megan e sulla ragazza di Pete. Da qualche parte, molto più in basso, i tre amici si ritrovano, un po' più consapevoli, un po' meno soli, incorniciati perfettamente da due esempi di famiglie "normali", le stesse che, almeno per loro, non esistono più.