Macerie prime - Sei mesi dopo, la recensione

Abbiamo recensito per voi Macerie prime - sei mesi dopo, di Zerocalcare, edito da BAO Publishing

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Macerie prime - sei mesi dopo, variant cover di Zerocalcare

A distanza di sei mesi dall'uscita della prima parte della storia, Zerocalcare ritorna con Macerie prime - Sei mesi dopo, edito da BAO Publishing. Con il pretesto di raccontare il trascorrere del tempo e l'evolversi degli eventi nella propria vita e in quella dei suoi amici, l'autore confeziona un fumetto diverso da quelli firmati in precedenza e offre al lettore uno sguardo disincantato sulla vita e sulla società attuale, mettendo al centro della scena la generazione nata nel corso degli anni '80.

Sei mesi fa, la storia s'interrompeva con un'attesa collettiva e importante da parte dei personaggi che, in realtà, incarnava tutta una serie di aspettative più piccole legate ai cambiamenti personali di ognuno. Macerie prime - Sei mesi dopo, oltre a proporre un aggiornamento di quella condizione, colpisce il lettore allo stomaco con alcune prese di coscienza che, nel loro essere intime, risultano molto d'impatto a livello emotivo.

Nell'insieme dei loro problemi, Michele Rech e i suoi amici più cari incarnano tutte quelle paure quotidiane che un individuo affronta all'ingresso dell'età adulta, declinate sulla carta con la tipica schiettezza e naturalezza del fumettista di Rebibbia; se in passato aveva sfruttato citazioni della cultura pop per rivolgersi a una platea molto ampia, instaurando da subito un ponte emotivo con il lettore parlando il suo stesso linguaggio fatto di cartoni animati, film e videogiochi, con Macerie prime - Sei mesi dopo Zerocalcare propone una storia più personale, volta a toccare altre corde nell'animo di chi la fruisce.

L'intera vicenda, al di là della sua divisione in due parti, rappresenta un momento di forte consapevolezza, dove la storia personale di fondo (mai come stavolta) è un pretesto per raccontare temi universali: la sopravvivenza quotidiana nonostante le incertezze, l'immobilismo, l'indipendenza, l'altalenante rapporto con gli altri e, più in generale, l'evoluzione di ognuno nel corso del tempo. Dopo aver fornito ai suoi lettori delle immagini statiche di luoghi e personaggi, l'autore fa compiere ai contenuti delle sue storie un salto nel vuoto, trattando temi emotivamente più importanti e difficili da digerire.

Macerie prime - sei mesi dopo, variant cover di Zerocalcare

Non è certo la prima volta che l'autore romano si addentra tra sue le paure e le sue ansie più profonde: in particolare, con queste pagine torna su quel solco aperto con Dimentica il mio nome, che in seguito ha preso una forma ben definita grazie a Kobane CallingMacerie prime, nel suo insieme, porta la metabolizzazione di un lutto a un livello diverso, come se il lettore fosse davvero in mezzo alle macerie, proprio come tutti gli altri.

Pur non esente da piccoli difetti - su tutti i cali di ritmo, il prezzo complessivo dell'operazione un po' alto e un finale da cui ci si poteva aspettare qualcosina di più, date le premesse - questa storia mette in luce le due caratteristiche chiave della poetica di Zerocalcare: la fortissima empatia nei confronti del prossimo, dal famigliare al semplice conoscente, un'arma a doppio taglio che troppo spesso esige un prezzo molto caro; e la sua capacità di raccontare, a metà tra narrativa e divulgazione, i pensieri complessi in forma semplice ma non semplicistica.

Tra le tante storie proposte dall'autore nel corso degli anni, risulta facile pensare che Macerie prime, nel suo complesso, sia la più onesta e schietta, con tutte le sue contraddizioni e i suoi "momenti morti". Per questo motivo, Sei mesi dopo è sì indirizzato a chi è curioso di scoprire il finale della storia aperta lo scorso novembre, ma rappresenta soprattutto uno degli spaccati più intimi e personali che Zerocalcare abbia mai offerto ai propri lettori.

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