Mable & The Wood è un’incantevole fiaba con qualche magagna tecnica di troppo | Recensione

Pur non accostandosi direttamente al genere dei metroidvania, Mable & The Wood si fregia di ambientazioni stratificate, in cui pullulano strade alternative, non tutte percorribili, se non equipaggiando l’abilità giusta

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


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Mable & The Wood | Recensione

È bene specificare sin dall’inizio che Mable & The Wood è il frutto degli sforzi di un uomo solo al comando, Andrew Stewart, game designer, programmatore nonché ideatore del comparto artistico della sua piccola ed imperfetta creatura, nata quasi per scherzo per partecipare a un concorso, nella cornice del Ludum Dare, finalmente all’esordio su PC, in attesa dell’ormai prossima pubblicazione anche su Xbox One e Nintendo Switch.

La premessa non è un attenuante alle innegabili défaillance e alle evidenti sbavature che si palesano dopo lo stupefacente incipit dell’epopea. Semmai è un plauso, un attestato di stima alla determinazione e alla testardaggine di un artista che ha creduto nel suo progetto al punto da superare innumerevoli difficoltà, pur di regalarci un’avventura non certo perfetta, sicuramente tutt’altro che rivoluzionaria, eppure quasi inspiegabilmente magica.

Mable è una creatura divina, un’eroina evocata da una civiltà decadente che abita un mondo morente. La figura retorica che meglio descrive trama e art design della produzione è l’ossimoro. Non solo perché, contrariamente a quanto si possa pensare, ad accogliervi non ci sarà alcuno scenario apocalittico, quanto un delicato e tenue mondo fantasy immerso in foreste verdeggianti, quando non ricco di grotte comunque generose di colori. A discapito delle attese degli stessi abitanti del villaggio, difatti, la protagonista non ha affatto il physique du rôle che ci si attenderebbe da una salvatrice di mondi. La spada che letteralmente si trascina dietro, è più grande di lei e non sembra avvalersi di chissà quali poteri sovrannaturali.

[caption id="attachment_200076" align="aligncenter" width="1000"]Mable & The Wood screenshot Le animazioni della piccola Mable sono l’ennesimo elemento ipnotico del gioco[/caption]

La lentezza con cui la sposterete verso la parte dello schermo, appena preso possesso dell’avatar, potrebbe subito atterrire una fetta di pubblico, spaventati all’idea di un’avventura dai ritmi tremendamente compassati. Nulla di più falso. Se è vero che la velocità d’azione non è mai particolarmente adrenalinica, la giovane divinità nasconde nella manica più d’un asso. Lasciando sul posto la spada di cui sopra, premendo il pulsante deputato al compito, per una manciata di secondi Mable si tramuta in una fluttuante fatina che a sua discrezione può richiamare a sé l’arma, riacquisendo le sue sembianze originarie e lacerando qualsiasi cosa incontri lungo la traiettoria.

Questa semplice meccanica è il fulcro del gameplay, pietra angolare che modella enigmi, level design e coinvolgenti battaglie con giganteschi boss.

"Non è facile assimilare e padroneggiare al meglio tutte le forme, ma non è né necessario, né fondamentale possederle tutte per giungere ai titoli di coda"Pur non accostandosi direttamente al genere dei metroidvania, Mable & The Wood si fregia di ambientazioni stratificate, in cui pullulano strade alternative, non tutte percorribili, se non equipaggiando e sfoderando l’abilità giusta.

Sconfiggendo le creature più arcigne che infestano i luoghi che attraverserete, verrete premiati con nuove trasformazioni, che modificano anche gli effetti della stessa spada. In forma di ragno, per esempio, lancerete l’arma mirando nella direzione prescelta, permettendovi non solo di colpire gli avversari in traiettoria, ma anche di raggiungere piattaforme sopraelevate arrampicandovi sulla ragnatela che si sprigionerà dal colpo.

Non è facile assimilare e padroneggiare al meglio tutte le forme, ma non è né necessario, né fondamentale possederle tutte per giungere ai titoli di coda. La grande particolarità del gioco, difatti, consiste proprio nella quasi totale libertà di scelta offertavi, al punto che potrete completare l’epopea senza eliminare nemmeno un boss di fine livello.

Questo, insieme a molti altri, sarà uno degli elementi che decreteranno a quale finale assisterete tra i molti disponibili, ognuno in grado di fare luce, da una prospettiva puntualmente diversa, sui risvolti più controversi di una trama sorretta su una sceneggiatura dai toni comici, ma che tocca temi e argomenti relativamente complessi e per nulla scontati.

A fronte di tanta bellezza visiva e sonora, grazie all’aiuto offerto ad Andrew dal duo Fat Bard nella composizione della soundtrack, a fronte di un comparto ludico funzionale, si palesano comunque diverse criticità che mortificano le ambizioni del progetto.

Tanto per cominciare abbondano i bug, alcuni dei quali possono anche compromettere la partita. Può capitare che l’inventario in cui si accumulano le chiavi per sbloccare nuovi sentieri si azzeri senza alcun motivo, o che capitiate in zone da cui poi, sprovvisti dell’abilità necessaria, non potete più uscirne.

Ci sono anche alcune ingenuità di design, come la presenza di venditori ambulanti di pozioni, utili per ripristinare la salute, nonostante questa si rimpinzi automaticamente ogniqualvolta si supera uno dei frequentissimi checkpoint di cui è disseminata la mappa.

La partita, insomma, va affrontata con un minimo di spirito comprensivo, volto a soprassedere su alcune magagne, anche piuttosto gravi, che nei casi più gravi potrebbero costringervi a dover ricominciare da zero l’intera avventura.

[caption id="attachment_200077" align="aligncenter" width="1000"]Mable & The Wood screenshot Ad abitare il mondo di gioco ci sono diversi NPC, ognuno generoso di informazioni sulla lore del mondo che esplorerete[/caption]

Future patch elimineranno certamente la maggior parte dei problemi che affliggono Mable & The Wood, ma allo stato attuale è impossibile chiudere un occhio.

La sforzo artistico di Andrew Stewart è un successo solo per metà. Visivamente ispiratissimo, pur nella sua semplicità, impreziosito da una colonna sonora delicata, ludicamente parlando si rivela piuttosto controverso, schiacciato tra meccaniche funzionali e a loro modo originali, scivoloni di game design e fastidiosissimi bug più o meno influenti sull’esperienza.

Mable & The Wood può essere una buona scommessa per chi è pronto a soprassedere su diverse ingenuità. Se oggettivamente ci si scontra con problemi tutt’altro che ignorabili, l’epopea dell’insospettabile eroina, con i suoi panorami affascinanti e con la sua trama dagli inaspettati risvolti, saprà comunque stregarvi.

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