L'uomo che uccise Lucky Luke, la recensione
L'uomo che uccise Lucky Luke celebra i 70 anni del pistolero più veloce del west con una storia che lo reinventa in chiave moderna...
Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.
L'albo si apre con un flashforward che ci catapulta nel climax della vicenda, quando un colpo di pistola fa cadere al suolo Lucky Luke privo di vita. È uno stratagemma narrativo che negli ultimi anni è stato usato abbondantemente, non sorprenderà il lettore più esperto, ma è comunque una chiara dichiarazione d'intenti sull'approccio con cui è stato realizzato questo omaggio a Morris, attraverso una narrazione moderna e per certi versi più matura. Il primo elemento che salta all'occhio è il tratto dell'autore, che pur essendo poco cartoonesco si adatta bene al personaggio e prosegue in modo originale la serie ufficiale, riprendendo alcuni elementi come i ricchi paesaggi, i buffi comprimari o le silhouette stilizzate. C'è un'occhio di riguardo alla regia, con inquadrature cinematografiche che rendono più dinamica la lettura, fino ad arrivare ai momenti che procedono il duello finale, un esplicito omaggio a Sergio Leone.
Per chi non conosce il personaggio, L'uomo che uccise Lucky Luke è un interessante fumetto western, ma i fan di Morris potranno riconoscere determinati elementi ricorrenti nella serie. Fa piacere anche vedere il recupero di Laura Legs, già vista nell'episodio Regolamento di conti, oltre alla menzione di Bill Hicock di Calamity Jane; due citazioni che creano una sorta di continuity e lasciano intendere che chi scrive è un buon conoscitore del fumetto originale.