L'uomo sulla strada, la recensione

Tutto piegato su una prima pessima e solo alla fine capace di trovare la sua natura, L'uomo sulla strada non si salva all'ultimo

Critico e giornalista cinematografico


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La recensione di L'uomo sulla strada, in uscita il 7 dicembre al cinema

C’è un equivoco alla base di L’uomo sulla strada. Noi lo capiamo da subito cosa leghi la protagonista al personaggio maschile che le si oppone, ma il film non lo riconosce e fa finta che il colpo di scena possa davvero essere tale. Così la storia di una ragazza turbolenta con alle spalle la morte del padre in un incidente stradale a cui ha assistito da piccola, e della possibilità per lei di una nuova vita fuori dalla scuola e nel mondo del lavoro, diventa un’attesa lunghissima perché tutti, film incluso possiamo ammettere quello che già abbiamo capito. Insomma invece che prendere atto che il pubblico è sufficientemente esperto per riconoscere uno svolgimento tremendamente abituale e sfruttare questa conoscenza per manipolarlo o portarlo dove vuole, il film finge che nessuno possa capirlo, rimanendo sempre un passo indietro rispetto a chi guarda.

È un peccato perché L’uomo sulla strada trova la dimensione migliore per Aurora Giovinazzo, attrice di grande impeto, forza fisica ed energia sullo schermo, perfetta per un ruolo come questo, capace di dare una credibilità che va oltre le doti recitative ad una ragazza irrequieta, desiderosa di vivere ma piena di traumi. Non è la classica muta che guarda l’infinito, è una che risponde per le rime, si agita, brama e si autodistrugge. Ma come detto anche a fronte di questo la trama poi è inesistente, è un susseguirsi di situazioni che portano avanti male lo sviluppo di relazioni e personaggi fino a che tutto non si ribalta. 

Troppo tardi, ma finalmente, nella terza parte L’uomo sulla strada ammette la sua natura di teen movie mascherato. E salta fuori che è un teen movie anche abbastanza buono. Composto da donne forti a cui si oppone un uomo sensibile, così da esplorare in modi diversi una situazione già vista molte volte, ma come detto è troppo tardi. Fino a quel punto altre sensazioni e altri desideri incombevano, da quel momento in poi invece è il regno dei sentimenti e delle azioni esagerate da teen movie. 

Visto che la tensione intorno al mistero latita viene da rimpiangere che il film non abbia preso questa decisione dall’inizio, invece di arrivarci all’ultimo, così da trovare anche nelle prime parti quella sensibilità che fa capolino verso la fine, quando al contrario dei melò classici abbiamo la sensazione che il tempo lavori per aiutare i personaggi, che sia loro alleato e non nemico, purificandoli e preparandoli ad una nuova vita.

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