Lungo i bordi, la recensione

Abbiamo recensito per voi Lungo i bordi, opera di Zuo Ma edita da Canicola

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


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Lungo i bordi, anteprima 01

Dopo averci incantato con Night Bus (BAO Publishing), Zuo Ma - al secolo Zou Jian - torna a stupirci con Lungo i bordi, una storia breve raccolta in uno spillato di ventiquattro pagine da Canicola. L'occasione è nata dall'omonima mostra organizzata dalla casa editrice bolognese e da Far East Film Festival, tenutasi dal 28 marzo al 5 maggio presso Casa Cavazzini, il Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Udine.

Rispetto a Night Bus, in Lungo i bordi l'autore cinese opta per un cambio netto in fatto di strumenti e di tecnica artistica, passando dai bianchi e neri delle chine alla policromia degli acquerelli. Anche l'intreccio narrativo è più semplice e lineare, con un sequenzialità nitida e veloce; rappresenta invece un punto fermo la volontà di innescare una profonda e intima riflessione sul tempo e sulla memoria.

Ambientato ai nostri giorni, il racconto tratta di un giovane che, nel giorno di capodanno, si reca controvoglia a far visita alla nonna, abbandonando la città insieme ai genitori per recarsi nella zona rurale in cui abita. Giunto in quel luogo apparentemente estraneo, curiosando tra le vecchie stanze della casa cominciano ad affiorare i ricordi dell'infanzia del ragazzo. Tuttavia, la monotonia del luogo - con le pratiche contadine sempre uguali da secoli - sembra non interessare al Nostro, che dopo aver assistito suo malgrado alla sgozzatura di un maiale, turbato, inizia a vagare per la campagna senza meta.

"Zuo Ma ricorre a immagini intense e particolarmente emozionanti che attestano l'estrema versatilità stilistica e l'enorme bagaglio tecnico in suo possesso."Da concreto il viaggio si trasforma in fantastico: le antiche sensazioni suscitate da quei luoghi e che parevano ormai sopite ora riaffiorano alla mente con forza, mostrando al protagonista il contesto sotto un'altra prospettiva, per nulla straniante, come invece gli era apparso prima. Il giovane ritrova così una parte di sé, quella legata alla fanciullezza e che aveva totalmente dimenticato, riappropriandosi di inestimabili frammenti del passato, fondamentali per la sua crescita.

Zuo Ma sembra suggerirci che la maturità di qualcuno non si può dire tale se costui non è riuscito a recuperare appieno il bambino che è in lui, quello che gli permette di accedere al suo lato più creativo. È una concezione che richiama per certi versi la “metafora del fanciullino” di Giovanni Pascoli. La poesia non è invenzione ma scoperta, perché essa sta nelle cose che ci circondano, e solo con l'occhio innocente di un bimbo si è in grado di coglierla.

Se al grande letterato romagnolo sono sufficienti le parole, in questo breve manhua Zuo Ma ricorre a immagini intense e particolarmente emozionanti che attestano l'estrema versatilità stilistica e l'enorme bagaglio tecnico in suo possesso, nonostante la giovane età.

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