L'ultimo sorso del morto, la recensione

Abbiamo recensito per voi L'ultimo sorso del morto, graphic novel realizzata da Davide Garota e pubblicata da Tunué

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


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Di amore e morte, speranza e rassegnazione parla la nuova graphic novel di Davide Garota edita da Tunué e intitolata L'ultimo sorso del morto. Protagonista è Jerry Braxter, ex Berretto Verde che ha prestato servizio in Afghanistan ed è divenuto in seguito un killer a pagamento.

La vita di Jerry è stata segnata dal dolore in guerra come in patria: ha infatti perso la moglie per un cancro, mentre la figlia Alexandra è ricoverata in una clinica per persone affette da malattie rare; una forma di autismo ne limita le capacità cognitive e di movimento relegando la sua giovane esistenza a uno stato vegetativo per il quale non esiste cura.

Ogni giorno, Jerry dispensa morte in cambio di denaro: ogni vita viene spenta serve a tenere viva la speranza di rivedere sua figlia di nuova felice e sorridente. Tutto questo finché non incontra la personificazione della Morte, una fanciulla procace che gli propone un patto: diventare il suo messaggero, oppure morire per un attacco cardiaco.

Una serie di domande iniziano ad assalire il protagonista: cosa ci tiene legati a questa vita? Cosa ci spinge a sopportare il peso di responsabilità troppo grandi? Come trovare quotidianamente la forza per alzarci e affrontare le perdite o la delusione per le occasioni mancate? La scelta è nelle mani di Jerry: accettare la morte che tutto allevia o decidere di restare in vita e sopportare il dolore in nome dell'amore che lo lega in maniera indissolubile alla figlia.

Dopo una prima prova dal taglio più realistico, Garota si sposta negli Stati Uniti per raccontarci una storia surreale in cui - soprattutto nella parte finale - gioca un ruolo importante la magia, il sogno e la deformazione della realtà; analizzandone la struttura dell'opera si scopre come siano proprio questi la chiave interpretativa. La parte iniziale e quella conclusiva del volume - caratterizzate da uno stile grafico semplice, ruvido e dall'utilizzo del bianco e nero - sono intervallate da una sezione centrale che emerge, in primis, per l'utilizzo dei colori e per una componente onirica.

È così che assistiamo a una trasformazione del protagonista, un cambiamento che si riflette sulla narrazione: con abile mossa l'artista marchigiano ci conduce attraverso ambientazioni cariche di fascinazione mistica, sparatorie in cui sgorgano litri di sangue, riletture di culture, credenze, religioni ancestrali e dubbi esistenziali radicati in ognuno dei personaggi coinvolti.

La scrittura resta in bilico tra realismo e surrealismo - perfettamente esplicitati da una variazione dello storytelling - mescolando elementi noir, splatter e thriller in un continuo saliscendi di emozioni e colpi di scena. Garota è bravo non solo a gestire questo ibrido narrativo, ma anche nel creare un antieroe come Jerry svelandoci un po' alla volta il suo passato e lasciando trapelare aspetti che vanno a cozzare con la concezione di un sacrificio fatto per amore. È in definitiva un personaggio dalle diverse sfaccettature, profondo e mai banale, che si erge a simbolo dell'essere umano, fatto di cattiveria ed egoismo, come di amore e altruismo.

Ci sono opere che ci tengono incollati alla lettura grazie all'azione più dinamica; altre che, invece, trovano la loro forza nella capacità di spingere alla riflessione offrendo molteplici chiavi di lettura. L'ultimo sorso del morto è una graphic novel che rientra senza dubbio nel secondo gruppo, ma riesce al tempo stesso a regalarci segmenti adrenalinici e di grande intensità.

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