L'ultimo dominatore dell'aria - La recensione
In un mondo popolato da esseri sovrannaturali, il giovane Aang deve diventare l'Avatar, per controllare la prepotenza della nazione del fuoco. La nuova pellicola di Shyamalan conferma lo stato di crisi di questo regista e delle conversioni 3D...
Recensione a cura di ColinMckenzie
Titolo L'ultimo dominatore dell'ariaRegiaM. Night Shyamalan
Cast
Noah Ringer, Dev Patel, Nicola Peltz, Jackson Rathbone, Shaun Toub, Aasif Mandvi
Uscita24-09-2010La scheda del film
Era veramente difficile non partire prevenuti nei confronti de L'ultimo dominatore dell'aria. Da una parte, M. Night Shyamalan, un regista che non sembra più avere le idee chiare sulla sua carriera e sul modo di fare cinema (mentre continua a dare segni pericolosi di megalomania), che dirige un prodotto stroncato praticamente da tutti (con un misero 6% di pareri positivi su Rotten Tomatoes). Dall'altra, un 3D aggiunto all'ultimo momento e che qualcuno ha definito peggiore anche di quello visto in Scontro tra titani.
Si potrà dire che L'ultimo dominatore dell'aria non manca di una certa grazia e raffinatezza, magari citando le scene iniziali o la città dell'acqua, spesso magnifica. Purtroppo questo non è sufficiente a dare un giudizio minimamente positivo del film e soprattutto del suo realizzatore.E' difficile capire cosa stia succedendo a Shyamalan. E' un po' come se Leo Messi non segnasse per 20 partite consecutive o se Carrie Bradshaw comprasse scarpe sotto i 400 dollari. Semplicemente, non sembra vero che Shyamalan, solo pochi anni fa il miglior narratore di Hollywood, ora non sia in grado di raccontare una storia, seppur semplice e banale come questa.
Come è possibile che lo sceneggiatore di Unbreakable e Il sesto senso accetti che in uno script la stessa storia venga raccontata due volte senza ragione? O che i suoi personaggi si comportino in modo bizzarro o vengano descritti in maniera superficiale rispetto alla loro importanza? Il tutto con un tono da telefilm fantasy anni '80 (a scanso di dubbi, no, non sono un nostalgico).Un'altra mancanza sorprendente è nel modo in cui vengono diretti gli attori. Se un po' tutti non sembrano credere in quello che fanno e dicono (ma non dovrebbe essere una prerogativa del regista indirizzarli al meglio?), due situazioni spiccano in negativo.
Uno è il protagonista Noah Ringer, che ce la mette tutta per convincere, ma che quasi mai sembra all'altezza del suo ruolo di Avatar (anche per i difetti dello script menzionati sopra). Ma il peggiore è senza dubbio Dev Patel. Sarei curioso di sapere cosa ne pensano i fan di The Millionaire che stravedevano per lui, dopo questa prova in cui fa la faccia comicamente feroce e/o tormentata (uniche espressioni possibili, non ne ha altre).
E veniamo al punto più dolente dell'intera operazione, l'incredibile conversione in 3D. Pensavo che chi sosteneva che fosse peggio di Scontro tra titani esagerasse, ma purtroppo è veramente cosi. A parte un lieve profondità nelle prime due scene, non c'è nulla che non sia piattissimo.
A voler fare i simpatici, si potrebbe dire che il vantaggio è quello di poter vedere il film senza i fastidiosi occhialini, tanto la differenza è inesistente e l'unica cosa che sembra uscire dallo schermo sono i sottotitoli. Ma il vero problema è che, cosi facendo, si dà vita a pellicole scurissime e in cui si fatica terribilmente a vedere cosa accade. Possibile che questo non indigni realizzatori e produttori, che si vedono stravolte le loro immagini?
Ma forse il problema è proprio questo: c'e' qualcuno che credeva veramente in questa pellicola? Forse si, ma è difficile vedere questa fede sullo schermo...