Ludo, la recensione

Cosa c’entrano un video porno, una valigetta piena di soldi, una bambina e una gang criminale? Anurag Basu ci risponde un po’ alla volta, mettendo in atto un’operazione di montaggio incredibile...

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Ludo, la recensione

Dall’universo del cinema multilineare, caratterizzato da una narrazione dalle complesse strutture narrative, ecco che arriva Ludo, la sfida del regista indiano Anurag Basu, il quale – forte di un’esperienza tra diversi media e diversi generi – usa la sua conoscenza del linguaggio cinematografico per portare a compimento un film estremamente diverte, ritmato, pieno di forti sentimenti e grandi momenti (che è di base la summa della poetica del cinema bollywoodiano: passare in rassegna più emozioni possibili nell’arco di un unico film).

Ludo, come indica già il titolo, è esso stesso strutturato come un grande gioco: non tanto un parco divertimenti ma vero e proprio gioco da tavolo, di cui i protagonisti del film sono le pedine. I due narratori del film, due misteriosi uomini di cui non sappiamo la provenienza, stanno infatti facendo una partita a Ludo (un gioco diffusissimo in India, tant’è che un altro film indiano dallo stesso titolo lo usa come pretesto narrativo, ma con una variante horror). Senza mai intervenire, osservano le loro pedine muoversi caoticamente per arrivare al traguardo, e noi spettatori assistiamo alle vicende dei personaggi cercando di capire come si intersecheranno le loro vite. Cosa c’entrano un video porno, una valigetta piena di soldi, una bambina e una gang criminale? Anurag Basu ci risponde un po’ alla volta, mettendo in atto un’operazione di montaggio incredibile, che riesce a farti assaporare le backstory dei quattro personaggi principali senza fare confusione, ma accompagnandoti nei loro divertenti e colorati piccoli mondi di personaggi colpiti dal destino.

Tutti i personaggi/pedine sono estremamente caratterizzati, centrati, e riescono ad avere sia momenti di grande comicità che di grande dramma, in una vera e propria giostra di sentimenti e generi: c’è la commedia romantica, il thriller, il melodramma, l’action… manca solo il musical, stranamente. Davvero ogni scena in Ludo è un'esplosione di cinema d'intrattenimento di altissima qualità: c'è l'azione che ti tiene incollato allo schermo ma anche la profondità narrativa portata avanti dalla caratterizzazione dei personaggi, di cui percepiamo precisamente il conflitto vitale (che, con varie sfaccettature, riguarda l'idea di volersi riscattare da una vita fatta di infelicità). In questo gran divertimento fatto di corse e inseguimenti Ludo è anche un viaggio prettamente geografico: dalla metropoli alla campagna, dalle bettole agli alberghi, passando per commissariati, prigioni, fiumi, foreste, binari dei treni… è anche un vero e proprio tripudio per gli occhi, e nonostante l’altissimo numero di scene e situazioni riesce ad essere sempre chiaro e leggibile, percorribile in ogni suo senso (e con qualsiasi mezzo di trasporto) senza perdere mai il punto della storia.

Illuminato da una fotografia sempre perfetta, nitida, colorata e contrastata, e accompagnato costantemente dalla colonna sonora, Ludo è praticamente un film perfetto in ogni sua parte, poichè fa del suo equilibrio formale il mezzo giusto per comunicare il suo senso: “tra peccati e virtù, che tu vinca o che tu perda, devi arrivare in fondo alla partita”. Ludo non può non rimanerti in testa, ipnotizzandoti fin da subito e tenendoti incollato fino alla fine.

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