Lucy – La speranza, la recensione

Abbiamo recensito per voi Lucy – La speranza, graphic novel di Patrick Norbert e Tanino Liberatore

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


Condividi

Lucy - La speranza, anteprima 01

Sarebbe stato un vero peccato se in Italia non fosse mai arrivato Lucy – La speranza, graphic novel scritta da Patrick Norbert e disegnata da uno dei nostri più grandi artisti: Tanino Liberatore. Comicon Edizioni ha presentato il volume all'ultima Lucca Comics & Games, a distanza di un decennio dal suo esordio in Francia per Capitol Editions, circa lo stesso quantitativo di tempo impiegato dagli autori per completare l'opera.

Come si evince dal titolo, la storia è incentrata su uno degli ominidi più famosi della Paleoantropologia, la cui rilevanza è dovuta alla completezza dei suoi resti, riportati alla luce nel 1974, in Etiopia; la notorietà è dovuta inoltre alla familiarità del suo appellativo, preso in prestito da Lucy in the Sky with Diamonds, la canzone dei Beatles che risuonava spesso, la sera, nel campo della spedizione che avrebbe fatto la scoperta. Del team faceva parte il professor Yves Coppens, che ha fornito la sua preziosa consulenza per la stesura di questo fumetto.

Il lussuoso ed elegante cartonato in cui è stato presentato nel nostro Paese è arricchito dalle disquisizioni sull'argomento stilate dai professori Giorgio Manzi (antropologo e divulgatore scientifico all'Università La Sapienza, Roma) e Damiano Marchi (antropologo dell’Università di Pisa). Vi è poi una cospicua sezione dedicata alle ricerche, agli schizzi e agli studi preparatori di Liberatore, che si è affidato per la prima volta al digitale con esiti sbalorditivi.

Proprio l'utilizzo di questa tecnica conferisce un estremo realismo all'opera e ben si sposa con le solide fondamenta documentali su cui è stata edificata. Il risultato vuole essere un reportage fedele e rispettoso di quanto avvenuto sul proscenio della vita più di tre milioni di anni fa; effetto accentuato dal fatto di essere stato concepito come un fumetto muto, privo di dialoghi e onomatopee.

Lucy - La speranza, anteprima 02

Lucy è dunque il frammento di un passato remoto che ci scorre davanti agli occhi senza far rumore, un ricordo riaffiorato chissà da quale angolo recondito della nostra memoria. Va detto che i testi non sono completamente assenti ma la forza espressiva e recitativa dell'arte di Liberatore rende superflue - a volte addirittura ridondanti - le didascalie esplicative dei gesti e delle sensazioni della protagonista. La scorrevolezza e la fruibilità di questo fumetto sono figlie delle immagini straordinarie dell'illustratore di origini abruzzesi, e restituiscono carne, sangue e anima a un fossile catalogato in maniera asettica con la dicitura AL 288-1, trasformandolo in un individuo con una storia e una vicenda da raccontare.

Lucy – La speranza è una forma di omaggio crudo e poetico da parte dei suoi autori a un essere alto poco più di un metro, simile a una scimmia antropomorfa ma già perfettamente bipede nella locomozione ed eretta nella postura. Ancora oggi, non sappiamo se sia un nostro diretto parente; senza dubbio è stata il primo rappresentante di una specie cruciale di ominidi, l'Australopithecus Afarensis, da cui si sarebbe evoluto il genere Homo, a cui apparteniamo.

Norbert e Liberatore hanno voluto collocare quell'insondabile scintilla che distingueva Lucy da suoi simili - e che avrebbe significato un futuro incommensurabile per i suoi discendenti - non nella sua intelligenza, non nel suo cervello grande poco più di quello di uno scimpanzé, ma nel suo sentire, nel suo cuore. L'hanno immaginata come una madre premurosa e coraggiosa, una compagna amorevole, un soggetto in grado di sognare e lottare: una splendida donna.

Continua a leggere su BadTaste