Lucifer 2x15 "Deceptive Little Parasite": la recensione

La nostra recensione del quindicesimo episodio della seconda stagione di Lucifer intitolato Deceptive Little Parasite

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Spoiler Alert
Anche dopo l'ottimo episodio della scorsa settimana che ha segnato il ritorno di Lucifer dal suo lungo hiatus, Deceptive Little Parasite continua a dimostrare quanto ben scritta e concepita sia questa serie: tutta la puntata è infatti dedicata alla soppressione dei sentimenti ed alla necessità di controllarli o, per quanto riguarda il protagonista, di non farlo.

Il piano di Lucifer, Charlotte ed Amenadiel è infatti chiaro: o almeno lo è per gli ultimi due, impegnati a trovare un modo per poter tornare finalmente in Paradiso, una possibilità che viene loro data dall'uso della Spada Fiammeggiante il cui controllo potrebbe finalmente riportarli a casa. Il problema, tuttavia, è che ciò che Amenadiel e sua madre non sanno è che Lucifer non intende affatto seguirli ed aprire per loro le porte del Paradiso per rifugiarcisi all'allinterno, quanto piuttosto farlo per rinchiuderci dentro sua madre lasciandola alla mercé di suo padre. Più facile a dirsi che a farsi: per far funzionare la Spada infatti, Lucifer deve cercare di avere la meglio sulle proprie emozioni e focalizzarle sul mistico oggetto ma, come gli dirà la dottoressa Linda, dominare le proprie emozioni è una sorta di ossimoro, perché certi sentimenti trascendono, per loro stessa definizione, ogni controllo. Un concetto che Lucifer faticherà a comprendere, tanto da distrarlo dall'indagine che deve affrontare con Chloe. Nonostante tutto il tempo trascorso con gli umani, il demone - così come Amenadiel, Maze e Charlotte  per cui gli uomini sono "tutti uguali" - fatica ancora molto a decifrare e comprendere le emozioni umane e in un momento in cui farlo lo aiuterebbe a vendicarsi di Charlotte, cerca di impegnarsi con tutto se stesso per venire a capo del problema, pensando ingenuamente di aver trovato la soluzione grazie ad un'esclusiva scuola che asserisce di poter insegnare ai suoi piccoli studenti a dominarle. L'occasione sarà perfetta per creare due accoppiate un po' fuori dall'ordinario: Chloe e Maze, che aiuterà la detective nell'indagine, e Trixie e Lucifer, il quale deciderà di usare la figlia di Chloe per recarsi alla scuola, fingersi un padre intenzionato a iscriverla e cercare di imparare quanto necessario circa il metodo di cui tanto si vantano per poterlo poi usare con la Spada Fiammeggiante. Lucifer e Trixie assieme sono - bisogna ammetterlo - una gioia per gli occhi, nonostante l'indifferenza, se non il fastidio, che lui sembri provare per la bambina, l'acuta intelligenza della piccola finirà, se non per conquistarlo, per rendergliela tollerabile e nonostante continui a darle del "ingannevole piccolo parassita" la bambina finirà per tornargli piuttosto utile, tanto da premiarla permettendole di guidare la sua preziosissima decappottabile (ma solo quando la mamma non li vede!). Ciò che Lucifer imparerà, grazie di nuovo alla dottoressa Linda, sarà tuttavia che a contare non è tanto il fatto che lui apprenda a dominare le proprie emozioni, quanto affrontarle e che solo questa è la risposta che cerca. Il dolore provato per il tradimento di Charlotte e per l'amore che sente verso Chloe, che ritiene tuttavia essere solo il frutto di una manipolazione divina, sono i sentimenti che deve imparare a riconoscere e che forse lo aiuteranno a portare a termine il suo piano.

In parte la cosa funzionerà, le lacrime di Lucifero, per un momento, faranno in modo che la Spada torni a fiammeggiare, ma durerà solo per poco. Se quindi i suoi sentimenti sono autentici (e non lo dubitiamo), perché la Spada non ha funzionato come avrebbe dovuto? E' possibile che un oggetto tanto potente senta in qualche modo il desiderio di Lucifer di manipolarlo per i suoi fini e non gli permetta di portare a termine la sua vendetta? In tutto questo va tenuto anche in considerazione il ruolo di Charlotte la quale sembra davvero aver finalmente capito quanto abbia fatto soffrire il figlio e che sembra aver sinceramente deciso di cambiare regime. Le sue intenzioni adesso appaiono sincere, forse anche perché crede che entrambi i suoi figli vogliano le sue stesse cose, ed il fatto che Lucifer, anche questa volta, finisca per soffrire non è dovuto a qualcosa che Charlotte causerà intenzionalmente. Charlotte poi, come scopriremo alla fine della puntata, sembra avere sempre meno tempo a disposizione sulla Terra motivo per cui comprendiamo la pressione che cerca di mettere ai figli, ciò nonostante sceglie di non dire loro la verità e cosa stia rischiando in prima persona, decidendo così di non mettere se stessa davanti ai loro bisogni.

Lucifer continua ad essere una serie scritta in maniera intelligente, fatta per far divertire, senza mai essere grottesca, e commuovere: un mix che fino ad ora sta riuscendo egregiamente agli autori, che riescono a bilanciare perfettamente tutti questi elementi. Il punto debole di tutto continua ad essere, a nostro avviso, il personaggio di Chloe, mentre con Lucifer non sbagliano un colpo, grazie anche al talento di Tom Ellis, la detective finisce per essere messa spesso in secondo piano, un po' come accade in questo episodio, in cui Chloe sembra troppo concentrata sul suo risentimento per l'abbandono del suo partner per rendersi davvero conto di ciò che le accade intorno, persino del disagio di Trixie, che emerge solo grazie a Lucifer. Ma in un certo senso anche questo ci appare come la scelta perfetta, tutto il cast di supporto della serie funziona talmente bene sullo schermo che non c'è bisogno di far convergere ossessivamente tutte le storyline intorno ai due protagonisti e lo show è perfettamente godibile anche così com'è.

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