Lovecraft Country 1x09 "Rewind 1921"/1x10 "Full Circle": la recensione

Nel momento in cui Lovecraft Country deve tirare le fila del discorso con le due puntate finali, qualcosa cede

Dal 2017 sono Web Content Specialist l'area TV del network BAD. Qui sotto trovi i miei contatti social e tutti i miei contenuti per il sito: articoli, recensioni e speciali.


Condividi
Spoiler Alert
Lovecraft Country 1x09 "Rewind 1921"/1x10 "Full Circle": la recensione

Con un titolo come Rewind 1921, non è difficile immaginare dove sarebbe andato a parare il nono episodio di Lovecraft Country. Il paragone con Watchmen dello scorso anno era venuto fuori così, un po' giustificato, un po' provocatorio, e invece era davvero azzeccato. E quest'altra serie della HBO non può averlo ignorato. Gli eventi terribili di Tulsa sono stati rievocati, praticamente raccontati per la prima volta ad un grandissimo numero di persone che li ignorava, e Lovecraft Country si riallaccia a quell'episodio storico in modo ancora più diretto. Lo fa in un episodio che, molto più di quello successivo e finale, è la summa di tutto ciò che è stato questo progetto.

Mentre Diana lotta tra la vita e la maledizione, sospesa quel tanto che basta grazie all'intervento di Christina, i protagonisti cercano una soluzione. Ricordano che il famoso Libro dei nomi è andato perduto durante il massacro di Tulsa, e viaggiano indietro nel tempo per cercare di recuperarlo. Per Atticus, Letitia e Montrose si tratta di un'altra occasione per riconciliarsi tra di loro e con il loro passato, che qui significa quasi la stessa cosa. Atticus in particolare può trovare spazio per il perdono di suo padre, o almeno per la comprensione, vedendo quanto abbia sofferto la discriminazione dovuta alla sua omosessualità.

Anche per iniziare a dare un giudizio complessivo sulla prima – forse unica – stagione di Lovecraft Country, questa serie rappresenta un'espansione di alcuni temi affrontati da Watchmen. È più diretta, meno sottile, più disinteressata all'intreccio, in definitiva meno riuscita. Ma intende la forza dell'immagine e della singola idea in modi che la avvicinano alle grandi serie tv. Non ha la coesione narrativa che le sarebbe servita, ma c'è tantissimo da ammirare qui. Da tipico scenario nei viaggi nel tempo, Montrose scopre che la presenza sua e di Atticus nel passato era sempre stata prevista, e anzi è necessaria. È Atticus il misterioso salvatore che arriva con la mazza a scacciare i suprematisti assassini, ed è già un'immagine che si ricollega alla primissima scena della serie, in cui Jackie Robinson spazzava via Chtulhu. Le diverse forme di mostruosità coincidono.

Esiste un collante attraverso il tempo, dal 1921 fino ai giorni nostri. Può essere simbolico, letterale, integrato nella storia o buttato lì, ma è questa idea di consapevolezza e narrazione come forza che si incarna nei racconti e nelle storie, e che è la vera salvezza. Letteralmente, è il libro a salvare Diana, ma metaforicamente è il suo recupero nel 1921 a Tulsa ciò che la salva davvero. Come detto, nelle singole immagini Lovecraft Country è praticamente inattaccabile, ma nel momento in cui deve tirare le fila del discorso inciampa un po'. Full Circle è l'ultimo episodio, è il più debole della stagione, e non ha nemmeno quell'idea di "cerchio compiuto" che il titolo dovrebbe suggerire.

Dunque. Arriva l'equinozio d'autunno. Christina vuole utilizzare Atticus per compiere il suo rituale e diventare immortale. E la sua storia con Ruby? E la sua consapevolezza? Ci sono, ma il desiderio si potere è troppo forte, e ricordiamo che per trasformarsi Christina aveva scelto un corpo da uomo, lei che da donna praticamente era sempre stata costretta al silenzio. Nel procedere col rituale, Christina ha già perso la sua battaglia personale. Atticus, Letitia, Montrose, Hippolyta, Ji-Ah, Diana e Ruby vanno ad Ardham per compiere la loro versione del rituale. Tutto precipita quando si scopre che Christina ha preso le sembianze di Ruby.

Leti sopravvive ad una caduta mortale nel momento in cui Christina ripristina in lei il marchio che la protegge, e si getta al salvataggio di Atticus. È troppo tardi per lui, ma Christina può essere fermata. Letitia e Ji-Ah compiono un rituale urlatissimo in cui si mescolano fumo nero, sangue, tentacoli e parole antiche. Non soltanto Christina viene sconfitta, ma il rituale toglie l'accesso alla magia a tutte le persone bianche del mondo. Diana, pronta per uno spin-off a fumetti, si presenta con un braccio robotico e un segugio Shoggoth, e uccide Christina. Atticus, novello Messia, si sacrifica sulla croce per riscattare i propri peccati e salvare la propria gente.

Lovecraft Country non è mai stata una serie sottile. Ricercata nei riferimenti senza dubbio, molto profonda nella messa in scena, ma era un progetto che aveva un suo scopo e che, fin dal nome di Lovecraft, ha utilizzato vari pretesti per portarlo avanti. Nel momento in cui deve tirare le fila del discorso, qualcosa cede. Lo scontro finale è abbastanza di cattivo gusto e caciarone nell'esecuzione, e abbastanza frettoloso nel chiudere certi percorsi. Ogni personaggio qui porta dei gesti tremendi di fondo che sì, lo rendono tormentato, ma sono anche lasciati un po' a se stessi. Ji-Ah ha ucciso un centinaio di uomini, Montrose ha ucciso Yahima, Atticus aveva partecipato a crimini di guerra.

Poco o nulla di tutto questo è stato trattato, e in una serie che si chiude escludendo di fatto tutti i bianchi dalla magia, forse è un po' eccessivo. Ma Lovecraft Country è una serie molto arrabbiata, e ne ha tutti i motivi, considerata una storia che riecheggia in terribili episodi recenti. Se Watchmen era una fotografia alternativa e metaforica del presente, Lovecraft Country è un manifesto di rabbia e consapevolezza, di dolore e furia. Come tale, è appassionato, incostante, forse imperfetto, ma tremendamente affascinante.

Continua a leggere su BadTaste