Love is in the Air, la recensione

Fiera del suo essere privo di sofisticatezza, Love is in the Air, produzione Netflix, è una rom com che non sfigurerebbe nei palinsesti pomeridiani di una rete generalista

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La nostra recensione di Love is in the Air, disponibile su Netflix

Ci sono film che non hanno alcun timore di nascondere il proprio status. É il caso di Love is the Air, produzione australiana Netflix che troverebbe perfetta collocazione nei palinsesti pomeridiani di una rete generalista. Già la sua sinossi parla chiaro: "Dana, una giovane pilota fieramente indipendente, lotta per tenere a galla l'attività di famiglia ed inizia a innamorarsi di William, inviato sul posto per chiuderla per sempre". Non c'è dunque un colpo di scena o grande rivelazione all'orizzonte, né il viaggio che porta al lieto fine conoscerà scossosi o deviazioni. E il suo essere privo di sofisticatezza, la sua limpidezza, Love is in the Air li esibisce senza problemi: mentre la trama scivola via, fioccano dialoghi con dirette allusioni alle interconnessioni tra l'ambito dei voli e quello romantico (come già il titolo suggerisce), su cui i personaggi stessi scherzano. Così come è subito palese che la professione della protagonista sia soprattutto l'escamotage per proporre lunghe scene di affascianti paesaggi del Queensland, stato australiano situato nella parte nord-est del continente. E non aspettatevi che questi panorami diventino occasione per riflessioni sul divismo e sul genere come fatto da Baz Luhrmann!

Aspettatevi invece una serie di classici conflitti, che in realtà non mai sono tali. William è all'inizio incarnazione della modernità (vive a Londra tra i grattacieli) e della ricerca del profitto. Per Dana invece le cose più importanti sono il legame con le tradizioni di famiglia e con un popolo più piccolo ma più accogliente e più "umano". Serve dire a quale dei due va il favore della storia e chi invece alla fine scoprirà quali sono i "veri" valori? Personaggi piatti per interpreti piatti (Delta Goodrem e Joshua Sasse), per una produzione modesta a ogni livello, compreso il ricorso al ralenti e a un'accesa musica per sottolineare i momenti più significativi. Anche i personaggi secondari, nella funzione di macchiette comiche, non lasciano mai veramente il segno. Elementi buoni per fare di Love is in the Air un buon guilty pleasure, forse.

Cosa c'è allora da segnalare? Una potenziale inversione dei ruoli standard, con lei quella intraprendente e concreta, già in "carriera", e lui quello titubante e goffo, ancora alle dipendenze del padre. Una prospettiva femminile rimarcata anche dal frequente richiamo alla madre defunta della protagonista, suo modello ispiratore. Ma tutto questo, nel panorama attuale, può essere considerata una novità?

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