Lost in Space: in anteprima, la recensione della prima stagione
Abbiamo visto in anteprima la prima stagione di Lost in Space, in arrivo su Netflix il 13 aprile: ecco le nostre impressioni!
Le premesse sono tanto semplici da esser contenute tutte nel titolo, ma Lost in Space prende subito le distanze dai propri precedenti, scegliendo come fulcro protagonista una famiglia resa opportunamente contemporanea: il che equivale, in primis, a un rimodernamento dei problemi che i personaggi si troveranno ad affrontare, a dinamiche relazionali più in linea col gusto presente e, cosa da non sottovalutare, allusioni alla realtà a noi contingente che diviene prefigurazione di future sventure.
Cambiano anche le caratteristiche dei protagonisti: i Robinson sono infatti una famiglia di oggi - o meglio, di domani - con tre figli di cui solo due nati all'interno del presente, sconquassato matrimonio (la primogenita meticcia Judy, interpretata da Taylor Russell, è infatti frutto di un precedente legame della madre); il capofamiglia John (Toby Stephens) si è separato dalla moglie Maureen (Molly Parker) a seguito della propria prolungata - e fortemente voluta - lontananza da casa per seguire la carriera militare.
A movimentare le avventure dei Robinson interviene un villain peculiare: il dottor Smith della serie originale, interpretato nella trasposizione cinematografica da Gary Oldman, ha qui le fattezze di Parker Posey, che conferisce al personaggio un'indole sottilmente ambivalente. Grazie alle proprie doti di manipolatrice, la donna influenzerà le decisioni dei protagonisti in più di un'occasione, alla ricerca di un riscatto personale dalla vita costellata di piccoli crimini lasciata sulla Terra.
Tra gli elementi più interessanti di questo remake c'è un fil rouge di inserti analettici che mostrano la vita dei personaggi prima della partenza alla volta di Alpha Centauri: attraverso i flashback scopriamo le piccole e grandi difficoltà del mondo che la serie raffigura, dai drammi familiari dei Robinson - e, in misura diversa, del dottor Smith - a cambiamenti sociali che, seppur tratteggiati con una certa colposa superficialità, lasciano intravedere contorni allucinanti e discriminatori.
Potremmo rimproverare a Lost in Space un mancato approfondimento delle disparità sociali alla base della scrematura dei coloni che lasciano l'avvelenata Terra, o una sequela di pessime scelte dei personaggi principali che, però, non risultano avere conseguenze rilevanti ai fini della trama; tuttavia, risulta più sensato apprezzare questa prima stagione per ciò che è, invece che disprezzarla per ciò che non è (e, cosa ancora più importante, non pretende d'essere).
Quel che resta a visione ultimata è il tepore caratteristico dei più classici racconti d'avventura, seppur rimesso a lucido con ritmi narrativi più accattivanti, solide interpretazioni da parte di tutto il cast ed effetti visivi che, in alcune sequenze, non mancano di emozionare per la valida ricerca estetica. Proprio come i suoi protagonisti, Lost in Space non punta tanto a colonizzare territori inesplorati, quanto a trovare una propria dimensione comoda in cui perpetuare la tradizione, attirando l'attenzione di nuovi estimatori e dei molti nostalgici in cerca di un non rivoluzionario intrattenimento di qualità e di buoni sentimenti, volti a rischiarare un futuro adombrato da cupi presagi.
La prima stagione di Lost in Space sarà disponibile su Netflix a partire dal 13 aprile 2018