L'Ordine Nero: I signori della guerra di Thanos, la recensione
Indagandone la psicologia, Derek Landy e Philip Tan ci mostrano i componenti dell'Ordine Nero sotto a una nuova luce
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
I signori della guerra di Thanos è il titolo del volume che Panini Marvel Italia ha interamente dedicato all’Ordine Nero, il gruppo di servitori del Folle Titano creato nel 2013 da Jonathan Hickman, Jerome Opeña e Jim Cheung sulle pagine di New Avengers #8.
Il gruppo è ora sotto il comando del Gran Maestro e viene inviato ad arrestare l’impietosa ascesa dell’impero Sinnarian. Tanti sono i mondi caduti sotto i colpi dell’esercito guidato dall’imperatore galattico Attican, in possesso di un’arma devastante. Nel corso della vicenda, la missione prende una brutta piega dimostrandosi ben più ardua del previsto, e i Figli di Thanos dovranno fare i conti con ribelli, spie e un esponente di alto rango dei Nova Corps: nientemeno che Richard Rider.
"Sebbene non aggiunga granché alla mitologia del gruppo dal punto di vista degli eventi, questa storia ha il pregio di indagarne i componenti come mai prima d'ora."La storia annulla la distanza tra il lettore e i super cattivi, crea empatia e offre la possibilità di schierarsi con loro per la prima volta. Per fare questo, lo scrittore irlandese struttura il racconto in cinque parti, ognuna delle quali offre il punto di vista di uno dei membri dell’Ordine: mentre sullo sfondo la vicenda si dipana in maniera lineare, rubano la scena le riflessioni dei vari Gamma Corvi, Proxima o Astro Nero, tutti incerti sulla natura del proprio essere e alla ricerca di un ruolo nel gruppo. Pur restando fedele alla caratterizzazione che abbiamo conosciuto nel corso degli anni, Landy scava nell'animo dei protagonisti per restituirceli più tridimensionali e consapevoli di se stessi. La parabola personale degli "eroi" di questo volume corre in parallelo alla vicenda, raggiungendo l’apice nel capitolo finale.
Non aspettatevi però solo introspezione da questo fumetto: c'è parecchia azione, esaltata dall’ottimo lavoro di Tan. Il disegnatore filippino, di ritorno alla Marvel dopo qualche anno alla Distinta Concorrenza, ci porta indietro nel tempo con tavole dal sapore anni Novanta: esplosive, dinamiche e con anatomie plastiche. I capitoli firmati da Tan enfatizzano la vena action della miniserie, ma, grazie all’attento lavoro sull’espressività dei personaggi, non vanificano la costruzione psicologica portata avanti dallo sceneggiatore.
Purtroppo, i disegni di Tolibao e Magno poco si sposano con quelli dell'artista titolare, a causa delle differenze rispettive stilistiche, ma fortunatamente ciò non preclude la riuscita de I signori della guerra di Thanos. Sebbene non aggiunga granché alla mitologia del gruppo dal punto di vista degli eventi, questa storia ha il pregio di indagarne i componenti come mai prima d'ora.
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