Lorax - Il guardiano della foresta, la recensione

Dotato delle caratteristiche del miglior cinema per l'infanzia, Lorax riporta in auge una narrazione e un tono che non insultano i bambini ma li divertono con gusto...

Critico e giornalista cinematografico


Condividi

In un'epoca in cui l'animazione ha sconfinato da singolo genere a tecnica di lavorazione capace di toccare tutti i generi, le molte opere arrivate al cinema partendo da libri di dr. Seuss (artista, narratore e illustratore statunitense per l'infanzia) sono le uniche che recuperano la qualità più essenziale delle produzioni dirette esclusivamente ai bambini: il caos creativo, il divertimento istintivo e la ricchezza visiva.

Questa volta è la Illumination Entertainment, lo studio diventato famoso perCattivissimo Me, ad occuparsi della trasposizione e dell'adattamento in immagini animate di una storia a cavallo tra l'ecologismo e la conquista di un universo personale ed esclusivo da parte di un bambino.

Lorax è un cartone molto divertente che non cerca mai di conquistare gli adulti ma anzi fa un lavoro molto interessante sulla narrazione ai bambini. Cosa più che rara infatti il film distribuito dalla Universal cerca il lato migliore nel suo pubblico e non ne cavalca i difetti. Invece che proporre un tono generale accomodante e ripiegato sugli elementi di sicuro successo, Lorax riporta in immagini tutta la comicità demenziale e per certi versi matura (nella scansione e nella dinamica delle battute) del dr. Seuss.

Indicativa e interessante in questo senso l'idea di far doppiare a Danny De Vito il proprio personaggio in 4-5 lingue (tra cui l'italiano) con un effetto straniante non da poco ma anche con un guadagno notevole in tempi comici.

Il risultato allora è che pur non essendo pensato per piacere agli adulti (come invece è nel caso dei film Pixar) Lorax lo stesso risulta godibile anche a chi ha un'età a due cifre, e nonostante la voluta semplicità del suo sottotesto (un ecologismo semplice e diretto), trova in più d'un momento la maniera di trasformare in materia sensibile ciò che altrove è trattato sbrigativamente.

La catarsi finale, la redenzione del protagonista e le tappe obbligate della formazione di una coscienza ecologica suonano inusualmente autentiche e mai banali. Che probabilmente è la conquista più grande a cui una storia simile possa mirare.

Continua a leggere su BadTaste