Looking for Eric - La recensione

Un postino depresso viene aiutato a rimettersi in piedi grazie al fantasma di Eric Cantona. Prima parte molto interessante, seconda decisamente meno per la nuova commedia di Ken Loach...

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Recensione a cura di ColinMckenzie

TitoloLooking for EricRegiaKen Loach
Cast
Steve Evets, Eric Cantona, Stephanie Bishop, Gerard Kearns, Stefan Gumbs, Lucy-Jo HudsonUscitaAutunno 2009 

Parlare di Ken Loach negli ultimi anni è diventato difficile. Da una parte, è indubbia un'enorme onestà e una grande passione in quello che fa, anche nelle storie meno riuscite. Dall'altra, hai spesso l'impressione che manchi qualcosa ai suoi film per fare il salto di livello e tornare alle magie di inizio anni novanta.

Questo Looking for Eric, va detto subito, è decisamente un passo avanti per chi, come me, aveva odiato la rozzezza de Il vento che accarezza l'erba e non era rimasto troppo convinto dall'oscurità, seppur più interessante, di In questo mondo libero. Qui, si ritorna invece a una certa leggerezza agrodolce, fatta di storie semplici e solo apparentemente minimaliste, temi che hanno dato vita ai migliori lavori di questo regista.

La prima parte in questo senso è decisamente molto interessante. Loach è veramente bravo a creare il clima giusto, descrivendo Eric Bishop, un uomo in crisi come potrebbe essere ognuno di noi, in maniera molto accurata. Ed è interessante vedere il sistema con cui, dopo due minuti di film, il regista rende avvincente una scena con un budget evidentemente ridotto e che non consente sequenze spettacolari.

Ma la sorpresa è senza dubbio Eric Cantona. D'accordo, recitare se stesso è ovviamente un vantaggio e nella parte del guascone-filosofo-genio Cantona ci si cala a meraviglia. Ma la classe cristallina che esprimeva sui campi di calcio si riflette (in parte, altrimenti era da Oscar) anche qui.

Sarà un caso (non credo), ma il film inizia a calare vistosamente nel periodo in cui King Eric manca per più tempo. E' lì che la pellicola prende una strada poco attesa e che in teoria sarebbe anche interessante. Peccato che il personaggio del villain sia abbastanza assurdo (ma è un boss o un buffone? Entrambe le cose si direbbe...), così come soprattutto sia assurda la vicenda che collega la sua storia alla famiglia del protagonista.

Per il resto, Loach stenta a creare un cast di supporto all'altezza delle sue opere migliori. Non è tanto questione di attori, quanto di personaggi che non emergono come dovrebbero e potrebbero. Di sicuro, qualsiasi cosa si pensi delle idee di Loach, qui nel finale non c'è il coraggio di Piovono pietre e Riff Raff. Così, tutto si risolve fin troppo facilmente e bonariamente. Decisamente, era meglio quando quando Loach era più incazzato e non aveva paura di rischiare...

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