Looking 2x09, "Looking for Sanctuary" - La recensione

Nel penultimo episodio, Looking rallenta il ritmo per chiarire legami irrisolti e preparare il terreno a un finale di stagione che si preannuncia amaro

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"I have no fucking idea."

La frase di Dana, madre di Patrick, potrebbe essere l'emblema del pensiero degli spettatori che, giunti ormai a un passo dalla fine di questa seconda stagione di Looking, non hanno idea di cosa aspettarsi dall'ultima puntata. Il preludio al finale è Looking for Sanctuary, episodio dal ritmo tutt'altro che serrato, che arricchisce di ulteriori dettagli il già minuzioso ritratto di Patrick attraverso il rapporto tra due persone a lui molto vicine: la sorella Megan e, appunto, la madre Dana. L'incontro/scontro tra i tre membri della famiglia Murray è ricettacolo di topos ben riconoscibili e che riconducono ai drammi sentimentali tipici del cinema americano: la rivalità tra fratelli (che si avvale dell'ironico capovolgimento "l'hai sempre avuta vinta perché sei gay"), il desiderio di approvazione del genitore nei confronti del proprio partner (a versare altro miele sulla già zuccherosa situazione Kevin-Patrick, si aggiunge il fatto che Dana sembri apprezzare in tutto e per tutto il nuovo compagno del figlio) e, cosa più interessante, il ribaltamento finale dei ruoli madre-figlio. Dana confessa a Megan e Patrick di essersi innamorata di un medico e di avere intenzione di lasciare il marito dopo quarant'anni di vita insieme. La perplessità del nostro protagonsista va inevitabilmente a specchiarsi nella logica inattaccabile e vagamente ricattatoria della madre: se è giusto che Kevin abbia lasciato Jon per vivere la propria storia d'amore con Patrick, il figlio dovrà non solo accettare questo colpo di testa della madre, ma anche supportarlo in nome di quell'amore di cui si è riempito tanto la bocca. Animato da un nuovo - ma nemmeno troppo - spirito romantico, Patrick ne fa una delle sue e corre da Kevin, neo proprietario di un appartamento che richiama alla memoria la camera d'albergo "esibizionista" di Shame, e gli comunica la propria decisione: "Voglio farlo. Voglio stare con te, venire a vivere con te, passare il Natale con te. Solo noi due." Prova d'amore o fuga da un ambiente familiare che si è rivelato essere più instabile che mai? La puntata finale potrà forse dare una risposta, almeno momentanea, al quesito.

Per quanto marginali, almeno in termini di tempo, rispetto all'ampia trattazione riservata alla storyline di Patrick, le vicende di Dom e Agustin sono forse le più interessanti e dinamiche della puntata. Dom è alle prese con la sua friggitoria e, soprattutto, con il suo sempre più traballante legame con Doris. Finalmente, i nodi vengono al pettine, e ciò che gli spettatori si stavano chiedendo da ormai due stagioni trova risposta nelle parole di Doris, spezzate dalla rabbia e da un pianto trattenuto. Il litigio tra i due coinquilini è talmente pretestuoso da irritare in primis il pubblico, ma ancora una volta Looking sembra dirci: la realtà È irritante. Fatevene una ragione. Si litiga per niente, apparentemente, ma in realtà si sta litigando per tutto. L'eredità contestata di Doris è il casus belli, ma le crepe della codipendenza di questi due quarantenni troppo adagiati l'uno sull'altro non derivano certo da quest'ultimo evento. Il realismo di Looking può disturbare, ma è lungi dall'essere macchinoso e fine a sé stesso. Dal punto di vista strettamente narrativo, c'è da dire che la frattura di questa coppia apparentemente indivisibile innescherà un moto nuovo e di certo interessante, e non vediamo l'ora di vedere Dom e Doris procedere con le proprie vite in modo indipendente l'uno dall'altra.

Dall'altro lato, abbiamo una coppia che si salda (forse). Agustin viene coinvolto da Eddie nella creazione di un murales nel centro di recupero in cui lavorano entrambi i ragazzi, ma il nostro ex artista si rifiuta categoricamente di dare il proprio contributo, sottolineando una cesura dolente col proprio passato che era già parsa evidente sin dai primi episodi. Ma la vita è strana, e proprio quando stai chiudendo con una porta blindata il tuo passato sul pianerottolo, ecco che i ricordi si affacciano alla finestra. A pranzo con Eddie, Agustin si imbatte nell'ex fidanzato Frank. L'incontro è la quintessenza dell'imbarazzo, specialmente da parte di Agustin, che presenta Eddie chiamandolo "il mio amico" e sfodera una poker face che non calza proprio a pennello. Frank lo guarda con sospetto, perplessità, forse addirittura con disprezzo, non riconoscendo la persona con cui ha trascorso anni e anni della propria vita. E questo, in un certo senso, sembra dare forza ad Agustin: un incontro tutt'altro che fortunato diviene il prologo ideale per quella che è forse la scena madre dell'episodio, ovvero la definitiva dichiarazione d'amore tra quella che è la miglior coppia della stagione. Non che ce ne fosse bisogno, sia chiaro, e fino all'ultimo il discorso serio di Agustin viene minato dall'ironia di Eddie, evidentemente ancora scottato per gli eventi dell'episodio precedente e circospetto dopo aver ricevuto tante mazzate dalla vita. Ma l'amore - sì, ci sono più sintomi qui di quanti ve ne siano stati in tutte le precedenti puntate di Looking - ha la meglio, e finalmente Eddie dichiara, sotto esplicita richiesta, il proprio desiderio di ufficializzare la relazione con Agustin. Se son rose fioriranno, ma i semi promettono assai bene.

In conclusione: di fronte a una seconda stagione che ha seguito in modo quasi rituale il percorso della prima, sembra proprio che non ci si debba aspettare un happy end a tutto tondo, anzi. Sebbene l'ultima scena mostri un Patrick intenzionato più che mai a fare sul serio con Kevin, dichiarandosi disponibile persino alla convivenza, il passato della serie ci ha insegnato quanto tra parole e sentimenti reali vi sia un'incolmabile baratro che solo a volte riesce a essere colmato. L'abilità degli sceneggiatori di Looking è proprio nel riuscire a riprodurre le sottili inquietudini della vita reale, i sottotesti e i paradossi del dialogo, la tragica ma inevitabile incomunicabilità di fondo tra esseri umani: le azioni valgono più delle belle parole, e la vita si scontra con le nostre migliori intenzioni. Vedendo l'episodio con questa consapevolezza, è difficile non identificare Looking for Sanctuary come la quiete prima della tempesta. Ben venga, siamo preparati: che si tratti di leccarci i baffi o di leccarci le ferite, il finale di stagione non ci lascerà indifferenti.

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