Looking 2x07, "Looking for a plot" - La recensione

Questa settimana, Looking ci regala un commovente episodio a sé stante, con una Doris finalmente protagonista assoluta

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TV

L'abbiamo chiesto a gran voce all'inizio di questa seconda stagione, e finalmente è arrivato: il rigoglioso albero di Looking ha dato vita a un frutto unico e irripetibile, intitolato Looking for a plot. Ciò che differenzia questo settimo episodio dal resto della serie non è certo la verosimiglianza della scrittura - costante immutata della penna dei suoi autori - né tantomeno la sobria, fresca bellezza della regia. Il quid della puntata è il suo focus: per la prima volta, per la gioia di tutti, il cono di luce devia dalle beghe sentimentali di Patrick, Dom e Agustin per spostarsi su Doris e restarvi per tutta la puntata, garantendo allo show una boccata d'ossigeno più che mai necessaria, vista la minuziosa attenzione con cui sono state seguite le storie d'amore dei tre protagonisti finora.

Looking for a plot si apre nel modo più classico, riallacciandosi alla figura barbina fatta da Patrick al party di Halloween alla fine dello scorso episodio. E saremmo portati a credere che la puntata indaghi le conseguenze dell'imbarazzante discorso fatto dal ragazzo in preda ai fumi dell'alcol, quando ecco arrivare una telefonata che stravolte tutto e tutti: il padre di Doris è morto, la donna deve recarsi a Modesto per le esequie. Ad accompagnarla, ci sono sia Dom - amico d'infanzia nonché fidanzatino della sua adolescenza, conosciuto e atteso in un certo senso da tutto il parentado della donna - e Patrick che, per sua fortuna, ha ben poca dimestichezza con i funerali.

Il viaggio di Doris, Patrick e Dom a Modesto ha la forma tradizionale del ritorno riconciliatorio ai luoghi di un'infanzia che scopriamo essere stata dura per la donna, e il realismo brillante della serie trova magnifica esemplificazione nello slalom al patetismo che viene attuato momento dopo momento nel corso dell'episodio. Non vediamo mai Doris piangere, anzi: la ammiriamo ridere e scherzare in modo cinico ma affettuoso, non celando un viscerale attaccamento a quel padre andato via all'improvviso. È forse durante il funerale che il capovolgimento dei cliché televisivi viene maggiormente rovesciato: non è Doris a scoppiare in lacrime durante la declamazione, da parte della zia, di una poesia di Walt Whitman, e non è nemmeno Dom, comunque legato al defunto da anni di conoscenza attraverso l'amica. Chi è preda di un pianto irrefrenabile è Patrick, che col padre di Doris non ha mai avuto nulla a che fare, semplicemente impressionato dalla cerimonia - per lui, ripetiamo, una novità assoluta. E l'effetto che la sua improvvisa quanto bizzarra esternazione di dolore è tutt'altro che commovente, anzi crea nello spettatore un imbarazzo che è specchio dei sentimenti di Doris e Dom. Semplice, semplicissima, eppure grande scrittura.

Altrettanto significativa è la scena nel cimitero, in cui osserviamo dapprima Dom cercare la tomba di suo padre, per poi dichiararsi sconfitto e disposto a un esperimento: salito in macchina con Patrick e Doris, mentre l'auto sfreccia per uscire dal camposanto, grida a gran voce il tardivo outing che non fece in tempo a fare con il genitore. Un momento pacificatore splendido, interrotto da un colpo di scena che mozza letteralmente il fiato in gola al pubblico: un camion travolge il veicolo, e il montaggio ci porta direttamente alla sala d'attesa di un ospedale, dove Doris e Dom sono seduti uno di fianco all'altro. Se Looking seguisse i cliché tradizionali della narrazione televisiva e cinematografica, questa scena sarebbe l'anticamera di una tragedia. Ma, ancora una volta, il banale è aggirato con cura, e Patrick spunta col suo bel braccio al collo ("Non potrò masturbarmi per tipo due settimane" dichiara dolente), tranquillizzando chi tra noi avesse il cuore troppo sensibile. Nella stessa scena, assistiamo al consolidamento di due legami: Doris ha appena perso l'ultima radice familiare che le restava, e si accinge a rimettere insieme i pezzi della sua vita mettendo a disposizione di Dom i soldi ereditati dal padre, perché ormai l'amico rappresenta la cosa più vicina al concetto di famiglia che le sia rimasta. Ma non finisce qui: avvisato dal gruppo, ecco arrivare in ospedale Malik, al cui collo Doris si getta lasciandosi alle spalle ogni preesistente scetticismo sul loro rapporto. Gli sta dando una possibilità, si sta appoggiando a lui corpo e anima, e di questo non possiamo che essere felici.

Gli amici tornano a San Francisco, e l'episodio torna automaticamente a concentrarsi su Patrick. Sotto casa del ragazzo, ad attenderlo, c'è nientemeno che Kevin, che senza giri di parole gli comunica di aver finalmente lasciato Jon. "Sono completamente, dannatamente innamorato di te" dichiara l'ex fedifrago, "vorrei sapere se puoi darci una possibilità, solo a me e te". E Patrick contrariamente a quanto fatto nella prima stagione con Richie, non esita. Annuisce e bacia Kevin d'un fiato, in barba ai dubbi. Forse non è pronto neppure stavolta, chissà, ma vale la pena tentare. In questo, la storia di Doris è l'antecedente specchio di quella del protagonista: lo spinge a compiere un ampio passo sulla via della fiducia e, cosa più importante, veicola i sentimenti del pubblico su un terreno già precedentemente arato. Abbiamo approvato il tenero abbandono di Doris sulla spalla di Malik e il dissiparsi di dubbi troppo a lunghi mantenuti solo per principio: per quanto Kevin possa essersi comportato male, il romanticismo che chiude l'episodio ci culla in una dimensione in cui il vero amore non sembra pura utopia. Almeno, fino al sorgere dell'alba.

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