Looking 2x04, "Looking down the road" - La recensione

Episodio di svolta per Looking, che sembra finalmente rompere equilibri precari per tutti i protagonisti

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Era ora. Finalmente, caro spettatore comune, Looking si prende la responsabilità di una rottura dei rapporti sapientemente trascinati e annacquati che hanno caratterizzato questo inizio di stagione, con una serie di rotture che imprimono alla serie una svolta di indiscutibile appeal. Finalmente, Patrick (Jonathan Groff) dà un ultimatum a Kevin (Russell Tovey), non riuscendo a reggere più la precarietà della loro situazione: se vuoi stare con me, devi lasciare il tuo ragazzo. E Kevin promette, in nome di un futuro con Patrick che dice di vedere chiaramente e di volere con tutto il cuore.

Nel frattempo, Dom (Murray Bartlett) si barcamena tra il desiderio di aprire un piccolo locale per conto proprio - desiderio supportato dalla sempre adorabile Doris (Lauren Weedman) tramite una campagna su Kickstarter - e la consapevolezza che il legame con Lynn (Scott Bakula) non potrà mai bastargli appieno, viste le remore dell'uomo a lasciarsi andare completamente dopo un passato di sofferenza. In questo mare magnum di crisi, la nota positiva viene da Agustín (Frankie J. Alvarez), personaggio che più di tutti sta mostrando un'evoluzione impensabile fino all'inizio della stagione. Il ragazzo riesce, grazie a Eddie (Daniel Franzese), non solo a trovare un supporto emotivo degno e rassicurante, ma addirittura a iniziare un nuovo lavoro nel centro di assistenza per ragazzi trans in cui l'amico opera da tempo. Qualcosa che, come dice egli stesso, non ha nulla a che fare con l'arte, a voler sottolineare la ferma intenzione di tagliare i ponti con un passato che l'ha amareggiato a sufficienza.

Abbiamo anche uno spaccato della situazione sentimentale di Richie (Raúl Castillo); lungi dallo struggersi ancora per Patrick, il ragazzo ha un nuovo, fulvo fidanzato. Per Patrick, è l'ennesima rivelazione epifanica: il mondo sta andando avanti, e lui rischia di restare inchiodato a una situazione amorosa che gli va stretta. Nel finale di puntata, durante il party di chiusura del locale notturno Esta Noche, sembrano chiudersi anche dei capitoli importanti per i nostri protagonisti. Dom se ne va accompagnato da Doris, conscio del fatto di non poter competere con un passato che rappresenta ancora, in tutto e per tutto, il presente di Lynn. Patrick, dopo aver conosciuto il fidanzato di Richie, riceve un'inaspettata visita di Kevin, che gli rivela di non essere riuscito a dire la verità al suo fidanzato e, quindi, a lasciarlo. È quello il momento culminante della puntata, la punta di un iceberg perfettamente coerente ma non per questo meno doloroso. Patrick deve andare avanti, scrollandosi di dosso ciò che lo tiene ancorato in una secca in cui non si sente a suo agio. Mossa dolorosa, ma necessaria: uno strappo, e il dente cade. Patrick molla un confuso Kevin all'interno dell'Esta Noche, e si avvia piangendo verso le vie di San Francisco, circondato da coppie apparentemente meglio assortite di loro.

In una puntata ben diretta ma priva dei guizzi registici ammirati in altri episodi, la sceneggiatura diviene il fulcro quasi unico dell'attenzione dello spettatore. Dovendo identificare i temi chiave di Looking down the road, salta immediatamente all'occhio la paura del passato, visto come minaccia (da Patrick che non vuole tornare a essere il ragazzino solitario e sbeffeggiato della propria adolescenza), etichetta (da Agustín che vuole scrollarsi di dosso l'appellativo di Coral Gables princess) o tempio (da Dom, che si sente costantemente inadeguato rispetto all'immensità del sentimento provato da Lynn per il proprio ex). Ma l'elemento più interessante dell'episodio sta nella sua malinconica conclusione, nel parallelismo tra la chiusura definitiva dell'Esta Noche e la chiusura di rapporti che affondavano le proprie radici nella prima stagione. Per la prima volta dall'inizio dello show firmato da Michael Lannan, i tre protagonisti sono tutti single. E stavolta, nel caso di Dom e Patrick, non c'è alcuna liberatoria leggerezza in questo stato, ma solo la sottile consapevolezza di un fallimento. Un finale amaro, ma efficace come pochi, portatore di grandi promesse per il pubblico.

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