Londra 2014 - Wild, la recensione
Con Wild, Jean-Marc Vallée conferma l' interesse per le grandi parabole umane e cuce su una grandiosa Reese Witherspoon un affascinante ritratto femminile
Forse sì, ma vale la pena citare Borges, che asseriva con dogmatica certezza: “Quattro sono le storie. Per tutto il tempo che ci rimane, continueremo a narrarle, trasformarle.” Superata questa prima, legittima - ma non troppo - perplessità, le due ore scarse di Wild assicurano allo spettatore il miglior sviluppo possibile della trita e ritrita parabola umana del viandante alla ricerca di sé stesso. La regia di Vallée aderisce alla sceneggiatura di Nick Hornby, concentrandosi su Cheryl (Reese Witherspoon) e non cedendo mai il passo alla tentazione del mero compiacimento estetico, come gli sconfinati scenari degli States potrebbero suggerire. Wild è la storia di un'anima, e ogni metro di terra, di roccia o di torrente inquadrato viene filtrato dall'esperienza diretta della protagonista, e su di lei imprime la sua decisa impronta, sia essa fisica o spirituale. Più scarno e crudo rispetto al lirismo furbetto del pregevole Into the wild, il film di Vallée fiorisce grazie a una narrazione lineare che non è mai schiava delle proprie regole, alternando con sensibilità il viaggio di Cheryl con sprazzi analettici che ne rievocano il tormentato passato - reso ancor più vivido dall'ottima performance di Laura Dern nel ruolo della madre, Bobbi. In quest'ottica, lo spettatore cammina al fianco della protagonista e compie, assieme a lei, la graduale scoperta del suo ego nascosto, della sua vera essenza.
Si perdona volentieri a Wild qualche scivolone nel miele - la scena più patetica coinvolge un lama e un bambino che intona Red River Valley, alla vigilia di un catartico pianto della nostra Cheryl. In fondo, è pur sempre una storia sentimentale, e se l'intento era quello di emozionare e avvicinare il pubblico alla protagonista a prescindere dal suo discutibile percorso biografico, Vallée ha centrato il bersaglio con rara precisione, superando i precedenti da cui muove i suoi passi con parecchi punti di scarto. Non resta che aspettare il prossimo passaggio di testimone, per assistere a una nuova trasformazione di una storia antica come il mondo, vera come la natura.