Londra 2014 - Testament of Youth, la recensione
James Kent firma Testament of Youth, dramma storico che, attraverso la tragedia della Prima Guerra Mondiale, riflette sulla morte giovane
Questo Testament of Youth si inserisce a testa alta nel lungo elenco di drammi che rievocano lo sciagurato primo conflitto mondiale, che col miraggio della guerra lampo costò al Regno Unito un milione di vite. A questo rapido, sconfortante eccidio assiste la bella Vera, figlia dell'alta borghesia campagnola col sogno di diventare scrittrice; ciò la mette in conflitto coi genitori, che la vorrebbero chiusa in casa dedita solo al pianoforte e al perfezionamento delle virtù della buona moglie. La sua vita si intreccia con quella del tenero fratello Edward e dei suoi due amici, Victor e Roland, le cui speranze vengono falciate come spighe dallo scoppio della guerra.
Al fango della trincea, al sangue e alle mutilazioni degli ospedali da campo si contrappone un lirismo ispirato nel descrivere dettagli naturali di pura bellezza: steli, fiori, onde dell'oceano e distese d'erba diventano così eco perfetta della bellezza e dell'innocenza giovanile, stuprate dalla violenza cieca del conflitto mondiale. Non c'è però mai reale brutalità nella trattazione delle conseguenze della guerra; a scapito dell'epicità, Kent punta sull'interiorità, riflettendo la delicatezza dell'animo della protagonista in ogni evento, per quanto drammatico e cruento. Crea, insomma, un filtro sottile ma percepibile, che ammortizza i colpi allo stomaco che la trattazione di una storia come questa implica inevitabilmente.