Lola, la recensione

LOLA unisce mockumentary, found footage, distopia e viaggi nel tempo, e compone una riflessione sul potere delle immagini e sull'inconscio degli inglesi

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La nostra recensione di LOLA, presentato alla Festa del Cinema di Roma 2022

Alla base di tanti film che partono da falso found footage (il filmato che viene trovato dopo un lungo periodo in cui era rimasto nascosto) c'è il mistero sul perché questo sia stato abbandonato, l'idea che questo sicuramente conterrà rivelazioni di un certo peso. Ancor di più se il video inizia con un personaggio che si rivolge a un interlocutore a noi sconosciuto intimandole di "mettere a freno il tuo genio".

A partire da questa premessa (un video scoperto nel 2021 in una cantina di una casa di campagna), Lola è ambientato nell'Inghilterra degli anni quaranta, dove due sorelle rimaste orfane, Thom (Emma Appleton) e Mars (Stefanie Martini) hanno costruito una macchina che permette loro di intercettare frequenze radio e televisive dal futuro. Così, iniziano ad appassionarsi di tutta la grande cultura che emergerà da lì a poco, da Stanley Kubrick a David Bowie, per poi accorgersi anche di come la loro invenzione possa essere cruciale per cambiare le sorti della guerra in corso. Mettendo a disposizione dell'Intelligence britannica le informazioni intercettate, questa sembra così riuscire a fermare l'avanzata tedesca. Tutto sembra volgere per il meglio, ma, come i film sui viaggi del tempo insegnano, le conseguenze non si faranno attendere e la situazione finirà per capovolgersi.

L'esordio di Andrew Legge è prima di tutto un interessante miscuglio di diversi filoni: da una parte, le due sorelle sfruttano la possibilità di viaggiare nel tempo con alcuni accorgimenti che omaggiano la saga di Ritorno al futuro (comprano un'auto grazie alle scommesse sui cavalli, insegnano ai locali brani celebri non ancora usciti). D'altra parte, l'unione di mockumentary e found footage fa sì che sullo schermo si alternino materiali d'archivio (ricostruiti o rielaborati) e scene che appaiono come filmati privati e intimi della vita delle due ragazze, dove prevale l'uso della macchina a mano e di inquadrature "sporche". Questi sono state (nell'escamotage narrativo) realizzati da loro stesse, che riprendono cosa accade. Ma poi il contatto col futuro avviene come se fossero spettatrici (passando da una posizione passiva a attiva nell'azione filmica): non viaggiano fisicamente, ma ricevono suoni e immagini, che decidono di conservare. Grazie a questi loro intervengono sugli eventi, i quali ci vengono mostrati alterati, come fossero riprese dal vero, finché non le protagoniste non rimangono vittime del loro stesso ingegno. Così, di riflesso, il film manifesta il potere del Cinema (insieme di fotogrammi e audio) di manipolare la Storia, modificandone gli eventi, ma poi anche quello di salvarla. Di come questo possa rivelare la verità ma anche la sua manipolazione, come strumento mai innocente.

Il problema di Lola, almeno nella prima parte, è però che Legge, di fronte a un tale meccanismo così articolato, ne sembra fin troppo innamorato, e di conseguenza meno interessato all'intreccio. Una volta innescata la premessa, il racconto prosegue lentamente verso una svolta e poi un'altra ancora, ma tutto sostanzialmente prevedibile. Il regista pone tra le righe tutta una serie di dettagli, da quelli più comprensibili che rimandano al presente (l'Inghilterra che decide di combattere da sola…), ad altri più intricati (e se il destino di Thom ne facesse una specchio di Leni Riefenstahl?), lasciando allo spettatore il compito di decifrarli. Nella seconda parte, aprendosi a un ulteriore filone, quello della distopia, la storia diventa più intrigante, quando mette in mostra una paura ancestrale degli inglesi, ovvero cosa sarebbe accaduto se ci fosse stata l'invasione del Paese da parte di Hitler. Immagini di case e palazzi distrutti si susseguono davanti ai nostri occhi, come (forse) monito per il presente. E così, approfondendo anche finalmente il rapporto con tra le due sorelle (una più chiusa, l'altra più estroversa, ma legate indissolubilmente), il film riesce a coinvolgere a pieno, dando sostanza narrativa alle sue acute riflessioni.

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