Loki 2×02 “Breaking Brad”, la recensione

La seconda puntata di Loki continua sulla scia della precedente, puntando tutto sul carisma di Tom Hiddleston

Condividi

Ne è passata di acqua sotto il Bifrost da quando Loki era “solamente” l’acerrimo rivale di Thor e il villain dietro l’assalto dei Chitauri a New York. Film dopo film e serie dopo serie, il Dio dell’Inganno ha trovato sempre più una nuova identità, perdendo però alcune caratteristiche di quella precedente. Una scelta che, nonostante tutto, si è rivelata molto interessante e che ha permesso a Tom Hiddleston di spaziare maggiormente nella sua interpretazione del figlio di Laufey.

La prima stagione di Loki, uscita su Disney+ a partire dal 9 giugno del 2021, ha esplorato una variante del personaggio comparsa per la prima volta di Avengers: Endgame. Variante che si è trovata coinvolta in qualcosa di molto più grande di quanto potesse mai aspettarsi, entrando in contatto con la TVA (Time Variance Authority). Questo ha condotto Loki a confrontarsi anche con Colui che rimane, variante a sua volta di Kang interpretata dall’istrionico Jonathan Majors e alla base di tutta la trama legata al Multiverso. La scorsa settimana ha visto la pubblicazione della prima puntata della seconda stagione dello show. Show che ha non solo il compito di proseguire il racconto, ma anche quello di dimostrare al pubblico di tutto il mondo che i prodotti legati al Marvel Cinematic Universe hanno ancora qualcosa da dire.

Non appena rientrati dal New York Comic Con, evento nel quale era presente proprio Tom Hiddleston, ci siamo quindi catapultati sul secondo episodio. Saranno riusciti gli autori a continuare sulla buona strada intrapresa sette giorni fa?

REUNION

La trama riparte dagli avvenimenti visti prima dei titoli di coda della scorsa puntata, con una cellula ribelle della TVA decisa a trovare Sylvie e a impedire che il multiverso collassi anche a costo di uccidere miliardi di persone. Loki, Mobius e B-15 decidono quindi di rintracciare X-5 sulla Sacra Linea Temporale, all’interno della quale l’agente della TVA si è costruito una carriera nel mondo del cinema. X-5, infatti, nasconde qualcosa. Un segreto che, se svelato, potrebbe aiutare il Dio dell’Inganno a rintracciare Sylvie.

Loki continua la propria corsa senza nascondere quell’anima da Doctor Who che ha reso lo show tanto celebre. La storia procede spedita, portando a più di qualche risposta e risolvendo alcune delle storyline lasciate in sospeso dall’inizio di stagione. Alcune di queste risposte, però, arrivano in modo prevedibile e/o privo del dovuto pathos. L’evento che avviene nei minuti finali della puntata, che non riveliamo per evitarvi qualsiasi spoiler, meritava forse un’attenzione maggiore per evidenziare la gravitas della situazione, che in questo modo passa un po’ troppo in sordina. Ottima, invece, l’alchimia tra i vari personaggi della serie, che riescono così a tenere alta la qualità della produzione targata Marvel Studios. Loki e Mobius sono fantastici e, insieme, danno vita a dinamiche di coppia che lasciano spesso il sorriso stampato sulla faccia.

MAGIA E CARISMA

Vero fiore all’occhiello della puntata, come già accennato, è il magistrale carisma emanato dal Loki di Tom Hiddleston. Nella prima parte dell’episodio c’è un momento nel quale, finalmente, Loki torna a comportarsi come in passato, mettendo in mostra i suoi veri poteri e il suo lato più oscuro. Nulla di davvero “dark”, sia chiaro, ma senza dubbio più vicino alla sua caratterizzazione psicologica precedente a Thor: Ragnarok. Una scelta che abbiamo apprezzato e che ci ha ricordato come il personaggio non sia lo stesso visto negli ultimi anni del MCU, bensì una sua variante del 2012. Amiamo il nuovo Loki e pensiamo che abbia preso una piega narrativa davvero interessante, però è bello ogni tanto perdersi nel suo fascino più oscuro, più vicino alla mitologia nordica che alle avventure spaziali o alla tecnologia della TVA.

Eric Martin, sceneggiatore della puntata, prova nuovamente a manifestare questo atteggiamento di Loki anche nella seconda parte dell’episodio. Il risultato è più goffo e, a causa dell'eccessiva prevedibilità della situazione, non riesce a raggiungere il medesimo risultato. Il carisma di Tom Hiddleston, però, colma ogni “lacuna” di scrittura, dimostrando per l’ennesima volta quanto sia perfetto nei panni del personaggio creato nel 1962 da Stan Lee, Larry Lieber e Jack Kirby.

UNA SERIE IN DIVENIRE

È ancora presto per valutare questa seconda stagione di Loki, ma quanto visto ci sta piacendo molto. Siamo curiosi di capire che direzione voglia prendere ora lo show, visto che alcune problematiche maggiori vengono “risolte” in questa puntata. Quel che è certo è che, venerdì prossimo, saremo un’altra volta davanti al televisore, pronti a farci stregare nuovamente dal fascino magnetico del Dio dell’Inganno.

E voi che cosa ne pensate? Questa seconda stagione di Loki vi sta piacendo, oppure ormai non percepite più interesse nei confronti del Marvel Cinematic Universe? Fatecelo sapere con un commento qui sotto o, se preferite, attraverso i nostri canali social (TikTok incluso).

Continua a leggere su BadTaste