L'odore dei ragazzi affamati, la recensione
Abbiamo recensito per voi L'odore dei ragazzi affamati, di Loo Hui Phang e Frederik Peeters
Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.
Seguendo il cammino dei tre tra praterie e canyon, assistiamo a un western moderno, caratterizzato dai vasti paesaggi incontaminati che in qualche modo definiscono questo genere. Se siete appassionati di John Ford, Sergio Leone e Tex Willer non significa automaticamente che questo volume vi piacerà, perché dotato di un approccio originale e revisionista alle storie ambientate nel Far West, seppur costruito sulle fondamenta tematiche dei grandi classici.
È questo un racconto moderno, che tocca tematiche a cui ormai siamo abituati in opere di narrativa contemporanea, qui immerse in un'epoca e in un contesto inusuali. La sceneggiatrice Loo Hui Phang costruisce figure elaborate, con segreti destinati a salire a galla e rapporti sempre più complessi, tra stretti legami e tensioni che sfoceranno in veri e propri scontri.
Frederik Peeters riesce a trovare un approccio efficace per una storia saldamente ancorata al realismo dei suoi protagonisti, nonostante questo aspetto debba farsi largo tra cavalli imbizzarriti e creature demoniache. Le accurate fisionomie dei personaggi, le linee dei corpi e le espressioni facciali sono valorizzate dal formato del volume, che BAO Publishing propone in Italia in un'edizione analoga all'originale francofona di Casterman.