Lo spazio raccontato da Topolino, la recensione

Nel volume Lo spazio raccontato da Topolino il talento di Sisti riesce a mescolare in modo efficace la documentazione scientifica con gli elementi surreali disneyani

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


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Topolino, Paolo Nexp e l'orbita del domani

Negli ultimi anni Topolino ha aumentato l'impegno profuso per fare divulgazione scientifica ai suoi lettori, anche attraverso una serie di storie realizzate in collaborazione con Comics & Science. Durante Lucca Changes, Panini ha presentato assieme all'ASI (Agenzia Spaziale Italiana) il volume Lo spazio raccontato da Topolino, con sette fumetti a tema spaziale pubblicati originalmente sul settimanale Disney negli ultimi dieci anni, con l'aggiunta di un episodio inedito realizzato per l'occasione.

Ciò che sorprende di questa uscita è l'omogeneità del prodotto, visto che tutte le storie sono state scritte da Alessandro Sisti; a posteriori lo sceneggiatore appare come l'addetto agli approfondimenti sull'argomento, mescolando nozioni basate sugli ultimi traguardi astrofisici con la leggerezza delle avventure disneyane. In coda al volume ci sono anche una manciata di pagine con articoli redazionali, i quali hanno il compito principale di confermare che molti degli elementi letti nelle storie hanno un fondamento reale.

"Il talento di Sisti riesce a mescolare in modo efficace la documentazione scientifica con gli elementi surreali disneyani"Chi ha letto C'è spazio per tutti di Leo Ortolani sorriderà nel vedere Paolo Nespoli (qui ribattezzato Paolo Nexp) alle prese con un altro personaggio con le orecchie da topo, tra l'altro nell'unica storia del volume con Topolino protagonista; la frase scelta come titolo del fumetto di Rat-Man viene inoltre citata "retroattivamente", visto che era stata pronunciata precedentemente proprio dall'astronauta italiano. Assieme alla Stazione Spaziale Internazionale vengono svelate molti altri risultati ottenuti dagli astronauti, in particolare da quelli di provenienza italiana, sottolineando come il nostro Paese sia diventato il terzo più importante del mondo, dopo USA e Russia, nella corsa allo spazio.

Il talento di Sisti riesce a mescolare in modo efficace la documentazione scientifica con gli elementi surreali disneyani, per cui ci appare normale vedere Paperino cambiare le gomme di un rover perché Zio Paperone aveva voluto usare pneumatici di seconda mano per risparmiare; il tutto facendo un sesto della fatica quando utilizza il cric, inserendo così comunque un pizzico di fisica in una sequenza che ha il principale compito di far sorridere. Inoltre è affascinante vedere delle dinamiche ricorrenti applicate allo scenario spaziale, come il recupero della Numero Uno o un attacco dei bassotti al deposito; quest'ultimo viene messo in scena per spiegare in modo chiaro e divertente il funzionamento dei satelliti.

Nelle storie con i Paperi viene introdotto Roby Vic, un personaggio ispirato all'astronauta Roberto Vittori, perfettamente integrato con l'universo paperopolese: cresciuto in campagna assieme a Paperino Paperotto, poi si trasferirà in città per studiare, diventando un pilota dell'aviazione e solo in seguito un astronauta. Una carriera sviluppata nel corso di quattro episodi pubblicati a distanza di anni l'uno dall'altra, una piacevole continuity interna tra episodi autoconclusivi che contribuisce a tratteggiare un mondo vitale anche al di fuori della cerchia dei protagonisti ricorrenti.

Il comparto grafico è affidato a tre diversi disegnatori, Stefano Zanchi, Stefano Intini e Francesco D'Ippolito; ognuno ha un suo tratto riconoscibile, ma il terzetto ha comunque molti elementi in comune nel proprio stile, risultando un terzetto ben assemblato. Lo spazio raccontato da Topolino risulta quindi un volume molto più compatto di molti altri antologici Disney, dando invece l'impressione di raccogliere una serie di storie già pensate per questo formato; è una decisione adottata a posteriori, possibile grazie allo sviluppo dei sempre più numerosi filoni tematici che il settimanale sta portando avanti ormai da anni.

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