Lo scafandro e la farfalla
La vera storia di Jean-Dominique Bauby, che dopo un infarto riesce a muovere soltanto il suo occhio sinistro. Straziante e quasi insostenibile all'inizio, molto interessante anche in seguito...
Recensione a cura di ColinMckenzie
TitoloLo scafandro e la farfallaRegiaJulian SchnabelCastJulian Schnabel ha forse trovato il soggetto adatto al suo stile. Devo dire di non aver mai amato questo regista e mentre per Basquiat ero sicuramente in buona compagnia, sono sempre rimasto sorpreso dai grandi consensi critici per Prima che sia notte, a parte la notevole (e indiscutibile) performance di Javier Bardem. Ma in questo caso, Schnabel prende una pellicola-scafandro per come rischia di dover limitare il suo raggio d'azione a pochi movimenti e la fa diventare una bellissima farfalla poetica.
Infatti, una volta passato lo shock iniziale, il protagonista inizia a sognare di tutto: pasti notevoli con belle donne, ballerini che danzano nella sua corsia d'ospedale e anche Marlon Brando che viene a trovarlo. Schnabel ci regala immagini fantastiche (in cui non ci si preoccupa più del realismo) come il protagonista sulla sedia a rotelle sopra il mare. E poi, le due brevi scene con il padre (interpretato da un ottimo Max Von Sidow) sono estremamente toccanti e convincenti.
E quando vediamo il suo volto bloccato in una smorfia, è impossibile non pensare all'abisso che separa le limitazioni del corpo e il potere della sua mente, talmente forte da avere la pazienza di dettare un libro solo con i movimenti del suo occhio.
Se proprio bisogna trovare un problema, è indubitabile che la seconda parte del film sia meno efficace e potente. Si ha l'impressione che Schnabel non regga più un punto di vista così estremo e debba ricorrere maggiormente a scene osservate dai coprotagonisti o a ricordi del passato del protagonista. Il problema è che, così facendo, il livello di emozioni scende (anche se dipende soprattutto dalle altezze che avevamo raggiunto prima). Per esempio, tutta la descrizione della giornata in cui Bauby ha avuto l'infarto non è coinvolgente come si poteva sperare.
Tuttavia, di pellicole come queste ne escono veramente poche in un anno. E considerando che i primi venti minuti sono da storia della cinema, impossibile non consigliarla...