Livewire vol. 3: Paladina, la recensione
Giunti alla fine di Livewire vol. 3: Paladina, non possiamo non applaudire una serie dalla grande l’aderenza con l’attualità
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Si intitola Paladina il terzo volume edito da Star Comics dedicato ad Amanda McKee, meglio nota con il nome di battaglia Livewire. Se seguite le vicende dell’universo narrativo Valiant Comics, saprete sicuramente che la serie è stata innescata dagli eventi di Harbinger Wars II, durante i quali la Nostra si è schierata contro il governo degli Stati Uniti d’America e, di conseguenza, contro qualche suo ex collega della squadra Unity. In particolare, Amanda ha deciso di intervenire in maniera decisa per bloccare la repressione contro gli psioti messa in atto dagli apparati statali. Questa scelta di campo così radicale, l’ha portata ad abbracciare una vita in clandestinità, dove portare avanti la sua lotta.
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"Giunti alla fine di Livewire vol. 3, non possiamo non applaudire a una priva convincente che affascina per l’aderenza con l’attualità e offre un’ottima immedesimazione nei fatti narrati"La Ayala continua egregiamente il suo lavoro, riuscendo a maneggiare con grande intelligenza tematiche difficili da trattare quali il potere, il controllo delle masse e l’utilizzo della tecnologia. Non solo: sfruttando il grande travaglio che affligge Amanda, la sceneggiatrice statunitense si lancia in una riflessione sulla natura del super eroe e tutte le implicazioni legate alle conseguenze delle proprie azioni. Il tutto viene gestito brillantemente, arricchito da tanta azione e una dose di mistero (costruito intorno alle figure di John Wright e Gwen Goodman) che rende ancora più intrigante il risultato finale.
Quello che purtroppo manca è una buona resa artistica della storia: lo stile morbido e a tratti cartoony di Tana Ford si adatta poco a questo tipo di racconto che, invece, richiede una componente grafica più ricercata, in grado di esaltare le atmosfere cariche di tensione dei vari passaggi. Sia che si tratti di un dialogo, sia di uno scontro nel cyberspazio, appare evidente lo scollamento tra i contenuti del volume e la resa degli stessi. Viste le precedenti prove di Raúl Allén (stupendo il suo apporto) e di Kano, non possiamo non sottolineare l’evidente abbassamento della qualità di tavole che non supportano nella dovuta maniera una storia validissima.
Eravamo curiosi per il percorso che la Ayala avrebbe fatto fare ad Amanda. Giunti alla fine di questo terzo volume non possiamo non applaudire a una priva convincente che affascina per l’aderenza con l’attualità e offre un’ottima immedesimazione nei fatti narrati.
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