Livewire vol. 2: Guardiana, la recensione
Il secondo arco narrativo conferma la solidità di Livewire, serie che capitolo dopo capitolo costruisce un personaggio accattivante e ricco di sfumature
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Il governo degli Stati Uniti si è scagliato contro gli psioti, rei di essere nati con poteri speciali che li rendono “diversi” dal resto della popolazione. In tutta risposta, Livewire ha deciso di intervenire generando un blackout che ha messo in ginocchio la nazione. Questa dimostrazione di forza ha fatto sì che l’ex componente della squadra Unity diventasse la nemica pubblica numero uno, ricercata da ogni genere di organizzazione, governativa e non.
Come in un perverso déjà vu, Amanda rivive il suo periodo alla corte di Harada, quando dietro la facciata di organizzazione benevola decisa ad aiutare i giovani psioti si nascondevano le macchinazioni di un folle. L’associazione guidata da Serena Byrne si pone ora alla stessa maniera, lanciando proclami volti a tutelare bambini e adolescenti ritrovatisi loro malgrado con poteri che non sanno gestire e ad avviare procedure per il loro reinserimento nella società.
Viene inoltre sviscerato il delicato tema del controllo che i media esercitano sulla gente: tra dibattiti televisivi e servizi giornalistici, ci rendiamo conto di quanto gli avvenimenti possano venire distorti, cavalcati per generare l’isteria collettiva. Inutile dire che l’aderenza con l'attualità permette una maggiore immedesimazione nella storia, cosa che contribuisce a rendere Guardiana una lettura appagante.
L’ottima prova dell’Ayala viene pareggiata da Kano, che propone sequenze accattivanti caratterizzate da uno stile asciutto e preciso. La tavola viene decostruita e ogni vignetta diventa il frame di una pellicola adrenalinica in cui l’inquadratura varia per regalarci suggestioni sempre diverse, dove reale e virtuale si intrecciano brillantemente.
Nel variegato Universo Valiant, Livewire si conferma una serie convincente che sta consentendo a un personaggio rimasto per troppo tempo nell’ombra di emergere in tutta la sua bellezza.
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