Livewire vol. 2: Guardiana, la recensione

Il secondo arco narrativo conferma la solidità di Livewire, serie che capitolo dopo capitolo costruisce un personaggio accattivante e ricco di sfumature

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


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Livewire #5, anteprima 01

Il governo degli Stati Uniti si è scagliato contro gli psioti, rei di essere nati con poteri speciali che li rendono “diversi” dal resto della popolazione. In tutta risposta, Livewire ha deciso di intervenire generando un blackout che ha messo in ginocchio la nazione. Questa dimostrazione di forza ha fatto sì che l’ex componente della squadra Unity diventasse la nemica pubblica numero uno, ricercata da ogni genere di organizzazione, governativa e non.

Grazie a Star Comics, lo scorso autunno è sbarcata in Italia la serie dedicata ad Amanda McKee, firmata dalla scrittrice in ascesa Vita Ayala. Nel precedente arco narrativo, Ricercata, abbiamo visto l’ex pupilla di Toyo Harada fare i conti con i sensi di colpa per le vittime innocenti del suo gesto; persino gli psioti che stava addestrando – Nicole “Nikki” Finch, Martin Tyus e Avichal Malaka – le hanno voltato le spalle, disgustati dall'accaduto. Dopo un travagliato processo di maturazione e accettazione, la tecnocineta è riuscita a superare queste difficoltà e a presentarsi più determinata che mai: "È ora di mettersi al lavoro", asseriva alla fine del precedente volume, e in questo nuovo appuntamento la ritroviamo a indagare sul Programma di istruzione e sicurezza per psioti, spinta dalla misteriosa scomparsa della giovane Phoebe Daniels.

Come in un perverso déjà vu, Amanda rivive il suo periodo alla corte di Harada, quando dietro la facciata di organizzazione benevola decisa ad aiutare i giovani psioti si nascondevano le macchinazioni di un folle. L’associazione guidata da Serena Byrne si pone ora alla stessa maniera, lanciando proclami volti a tutelare bambini e adolescenti ritrovatisi loro malgrado con poteri che non sanno gestire e ad avviare procedure per il loro reinserimento nella società.

"Una serie convincente che sta consentendo a un personaggio rimasto per troppo tempo nell’ombra di emergere in tutta la sua bellezza."Sfruttando al meglio dei comprimari dalla natura mutevole, questo secondo storyarc conferma l’importante crescita della protagonista, una figura tridimensionale con qualche contraddizione ma tanta voglia di agire a fin di bene. Tra dolorosi ricordi e sfide estenuanti, si consuma una vicenda ben strutturata che pagina dopo pagina affascina per la maniera in cui declina con freschezza argomenti inflazionati ma tristemente sempre di moda, come la paura del diverso.

Viene inoltre sviscerato il delicato tema del controllo che i media esercitano sulla gente: tra dibattiti televisivi e servizi giornalistici, ci rendiamo conto di quanto gli avvenimenti possano venire distorti, cavalcati per generare l’isteria collettiva. Inutile dire che l’aderenza con l'attualità permette una maggiore immedesimazione nella storia, cosa che contribuisce a rendere Guardiana una lettura appagante.

L’ottima prova dell’Ayala viene pareggiata da Kano, che propone sequenze accattivanti caratterizzate da uno stile asciutto e preciso. La tavola viene decostruita e ogni vignetta diventa il frame di una pellicola adrenalinica in cui l’inquadratura varia per regalarci suggestioni sempre diverse, dove reale e virtuale si intrecciano brillantemente.

Nel variegato Universo Valiant, Livewire si conferma una serie convincente che sta consentendo a un personaggio rimasto per troppo tempo nell’ombra di emergere in tutta la sua bellezza.

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