Livewire vol. 1: Ricercata, la recensione

L'esordio di Livewire è una lettura piacevole grazie all'attento lavoro di costruzione psicologica dei personaggi

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


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Livewire #1, anteprima 01

Dalle ceneri di Harbinger Wars II sorge la prima serie dedicata ad Amanda McKee, meglio nota come Livewire. Cresciuta con gli insegnamenti di Toyo Harada, la psiota ha per anni fatto parte della squadra Unity prima di intraprendere una carriera in solitaria. Quando il Governo statunitense i ha dichiarato guerra agli esseri dotati di poteri, Amanda è entrata in azione generando un blackout che ha messo in ginocchio l'intera nazione.

Nel suo nuovo status di ricercata, Livewire sta ora tentando di rimediare ai suoi errori, non prima però di aver chiesto scusa a Nicole “Nikki” Finch, Martin Tyus e Avichal Malaka, psioti che abbiamo avuto il piacere di incontrare per la prima volta sulle pagine di Secret Weapons. Purtroppo, nessuno sembra avere intenzione di perdonarla. Sebbene sia animata da buoni propositi, la protagonista di questa testata è ormai compromessa e sempre più sola nella sua crociata.

Ricercata è il titolo del primo volume Star Comics della serie Valiant scritta da Vita Ayala (Age of X-Man: Prisoner X) per i disegni di Raúl Allén (Wrath of the Eternal Warrior). La storia parte forte, senza concedere troppo spazio a introduzioni: veniamo subito coinvolti nelle operazioni di salvataggio di Amanda e messi al corrente dei suoi piani.

Il ritratto che emerge da questo primo arco narrativo è soprattutto figlio di un lavoro di approfondimento notevole. Il merito della Ayala è quello di incentrare la vicenda sulla psicologia della protagonista - un personaggio estremamente conflittuale - e dei vari comprimari a discapito delle trovate sensazionalistiche; una scelta che paga in termini di coinvolgimento emotivo ed empatia.

"Il ritratto che emerge da questo primo arco narrativo è soprattutto figlio di un lavoro di approfondimento notevole."Non mancano ovviamente vibranti sequenze di scontro nelle quali la componente action smorza la tensione, ma si tratta di segmenti in cui le minacce da affrontare mettono alla prova la protagonista, così che possa portare avanti il suo processo di maturazione. In tal senso è emblematico l’incontro con Pan a inizio volume: anche lui è stato cresciuto da Harada, e il confronto che nasce tra i due assume una valenza ben più complessa dal semplice scontro fisico.

L’attento lavoro della Ayala viene valorizzato dall’altrettanto valida prova di Allén, caratterizzata da uno stile sintetico e da una costruzione della tavola sempre originale, dove persino le onomatopee vengono sfruttate per creare soluzioni d’impatto.

Il brossurato dell’editore perugino è inoltre arricchito da corposa sezione dedicata alla genesi dell’opera e all’approfondimento dei temi trattati, con tanto di gallery.

Davvero un buon esordio per la tecnocineta. Siamo curiosi di scoprire quale direzione prenderà la serie e di capire in che modo la Ayala gestirà tematiche spinose quali il potere, il controllo delle masse e l'utilizzo della tecnologia.

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