Little Nightmares, un incubo a cavallo tra Tim Burton e Silent Hill - Recensione
Da Bandai Namco e l'esordiente sviluppatore svedese Tarsier Studios, Little Nightmares, un interessante puzzle platform game
[caption id="attachment_171773" align="aligncenter" width="600"] Stilisticamente Little Nightmares è davvero riuscito[/caption]
Non siamo in grado di raccontarvi la storia di Little Nightmares, un po' perché va vissuta in prima persona e un po' perché non viene narrata in modo classico. Arrivati ai titoli di coda avrete colto riferimenti, sfumature, forse una visione di insieme. Ma non chi sia esattamente la piccola protagonista tutta imbacuccata in una mantellina impermeabile gialla. O dove sia finita, e perché. Domande che dopo lo scioccante finale rimarranno senza una vera risposta. E non è assolutamente un male, perché un punto forte di Little Nightmares è la sua atmosfera e simbolismo di cui è pregna, che lascia al giocatore il piacere di scegliere la propria interpretazione di fatti e personaggi.
Il gioco ci permette di controllare il ragazzino attraverso livelli lineari, inizialmente a scorrimento laterale ma a volta anche più aperti all'esplorazione, offrendo alcune fasi più concitate. Ma il focus è posto sulla risoluzione di alcuni semplici puzzle e l'affronto di temibili nemici, tramite meccaniche stealth decisamente elementari quanto efficaci. Ma come dicevamo l'ingrediente principale persino a livello di gameplay è l'atmosfera, che non solo è estremamente cupa e cruda ma anche tesa ed angosciante. A tratti persino spaventosa. Come dicevamo nell'introduzione, abbiamo notato delle affinità con Silent Hill, sebbene si tratti di un'esperienza di gioco completamente diversa, ovviamente.
Little Nightmares non offre nulla di nuovo a livello di meccaniche e se avete giocato a Limbo ma soprattutto ad Inside sapete a cosa andate incontro (e se non l'avete fatto, cosa aspettate?!). A dirla tutta, i ragazzi di Playdead hanno dato un'interpretazione nettamente più interessante e riuscita del genere, soprattutto con Inside. Little Nightmares è comunque piacevole da giocare e scorre via liscio fino alla fine, nonostante presenti alcuni problemi di game design. I controlli a volte sono imprecisi ma l'elemento che più evidenzia una certa inesperienza degli sviluppatori è la gestione dei checkpoint, fin troppo arbitraria. Più di una volta ci è infatti capitato di morire a pochi passi dall'inizio della sezione seguente e invece di doverla ripetere, il gioco ci ha "regalato" il passaggio di livello, caricando il punto di controllo successivo. Niente di grave, per carità, ma da un prodotto comunque di dimensioni ridotte e per certi versi semplice, ci si aspetterebbe una rifinitura quasi impeccabile. Infine c'è la questione della durata. Sì, si può finire Little Nightmares in poco più di tre ore, ma è davvero un problema? A nostro giudizio no, arrivati ai titoli di coda ci si sente di aver vissuto un'esperienza piacevole e soddisfacente, non sembra assolutamente tronca. Dura come un film e costa esattamente come un Blu Ray appena uscito, quindi se vi piace il genere, rimarrete più che soddisfatti. Se poi vi affezionate al lavoro di Tarsier Studios potete provare a scovare tutti i collezionabili, aggiungendo così minutaggio alla longevità.