Linus 620, la recensione
Abbiamo recensito per voi il primo numero del 2017 di Linus, edito da Baldini & Castoldi
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Nel suo primo numero come direttore, Pietro Galeotti scriveva “Io voto Linus”, mentre una Lucy agguerrita gli suggeriva “Beh, sarà meglio!”. Era il giugno 2016, e dei piccoli cambiamenti erano già in corso d’opera, ma dopo soli sei mesi la rivista decide di trasformarsi riscoprendo le sue origini, tornando a un formato e a dei contenuti che non intendono solo omaggiare i fasti di un tempo, ma anche riprendere un discorso che nel passato più o meno recente spesso è andato smarrito.
Ivan Carozzi cura ben quattro articoli: il primo – Cin cin e buon anno, signor Wu – è un'intervista al sociologo Daniele Brigadoi Cologna dedicata alla comunità cinese a Milano; il secondo – Il tavolo luminoso faceva un caldo meraviglioso – riprende alcune conversazioni di fumettisti del passato e del presente raccolte da Le città hanno gli occhi, la videoinstallazione del collettivo Lelemarcojanni inaugurata lo scorso novembre a Bologna, durante l'ultimo BilBolBul. A questi vanno aggiunte altre due interviste: la prima all’astrologo Marco Pesatori e la seconda agli organizzatori di C17 – rete di ricercatrici, attivisti, scrittrici e giornalisti che hanno curato la conferenza internazionale sul Comunismo che si terrà a Roma dal 18 al 22 gennaio. All’interno troviamo anche un bel poster di Guido Crepax che raffigura Stalin, tratto da un Linus del 1975. Chiudono la sezione dedicata alla cultura Riccardo Falcinelli e Diletta Colombo con due brani dedicati all’illustrazione.
La sezione dedicata ai fumetti fa registrare l’ingresso in pianta stabile de Gli scarabocchi di Maicol&Mirco, che va ad affiancare le immancabili strisce dei Peanuts di Charles M. Schulz, Dilibert di Scott Adams, Doonesbury di Garry B. Trudeau e i più recenti Perle ai porci di Stephan Pastis, veri capisaldi della rivista. Continuano la loro corsa Porn Story di Ralf Konig, Monty di Jim Meddick, oltre ai contributi di Hurricane e i suoi Sopravvissuti, Pearson&Carlo – Negozio di animali di Emanuele Simonelli e Austillo Smeriglia. Completano questa sezione, ampia e variegata, Klaus di Richard Short e WuMo di Wulff & Morgenthaler, a rimarcare la centralità del fumetto, la costante ricerca di strisce e autori di assoluto valore.
In allegato alla rivista un bel calendario dedicato ai Peanuts, che ci accompagnerà in quest'annata che parte sotto i migliori auspici.
Spesso, dopo i botti di fine anno ci lanciamo nella compilazione di buoni propositi per l'anno nuovo. Linus 620 è il manifesto programmatico di ciò che leggeremo nel corso di questo 2017, un manifesto che riprende lo spirito della rivista, capace di interpretare i gusti dei propri lettori, osservare i movimenti artistici, socio-economici, politici e rileggerli con la consueta ironia e la voglia di divertire. L'obiettivo è sempre lo stesso: diffondere la cultura in un Paese in cui viene relegata in posizioni poco nobili e riaccendere lo spirito che animava Giovanni Gandini e Oreste del Buono, Umberto Eco e Elio Vittorini tra le pagine di quello storico numero 1. Buon anno a tutti!