L'incredibile Hulk

Bruce Banner è in fuga per il mondo, cercando di trovare una cura per non diventare più Hulk e allo stesso tempo scappando dai militari. Meglio della pellicola di Ang Lee, ma nulla di esaltante...

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Recensione a cura di ColinMckenzie

TitoloL'incredibile HulkRegiaLouis LeterrierCast

Edward Norton, Liv Tyler, Tim Roth, William Hurt, Tim Blake Nelwon

Uscita18 giugno 2008

E' difficile dire se L'incredibile Hulk sia il film più atteso del 2008, primato che probabilmente spetta a titoli come Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo, Iron Man e il prossimo Harry Potter. Quasi sicuramente, invece, era il film che suscitava i maggiori interrogativi. Intanto, se sarebbe stato superiore alla pellicola di Ang Lee del 2003, che è stata generalmente (e giustamente) massacrata per i suoi tentativi intellettualoidi non andati a buon fine. Certo, considerando dei trailer non esaltanti e soprattutto le polemiche suscitate da Edward Norton, che si è lamentato dei tagli alla pellicola, c'era da preoccuparsi. D'accordo non vedere un film lunghissimo e presuntuoso come quello del 2003, ma l'alternativa sarebbe stata 'distruzione, distruzione e ancora distruzione'? E i tanti minuti eliminati dal montaggio finale, avrebbero dato vita ad una pellicola visibilmente monca?

In realtà, L'incredibile Hulk non rispetta le attese, nel bene e nel male. Non si tratta assolutamente di un disastro come si poteva pensare a causa delle sue vicissitudini di produzione. D'altra parte, non c'è nulla che possa scatenare l'entusiasmo. Tanto per capirci, Iron Man poteva avere diversi problemi di sceneggiatura, ma con un Robert Downey jr. così smagliante era più semplice dimenticarli. Il paragone non è certo casuale, considerando che stiamo parlando delle prime due pellicole prodotte autonomamente dalla Marvel e che mettono anche in mostra una contrapposizione simile (un cattivo che vuole surclassare il supereroe con le sue stesse armi). Qui, anche il cammeo di Stan Lee non è all'altezza di quello visto in Iron Man (anche se è comunque simpatico) e l'impressione è di una pellicola che oscilla tra il mediocre e il sufficiente, senza nessun picco ma neanche cadute vertiginose drammatiche.

La pellicola inizia con un prologo che fa il punto della situazione, raccontando gli anni passati tra il film di Ang Lee e questo. Il risultato sono alcuni minuti efficaci, rovinati purtroppo da un paio di espressioni ridicole di William Hurt. In effetti, a tratti capita di vedere scene di camp involontario (una gomitata di Betty ad un soldato, un tentativo di sesso sfortunato e un tuffo dall'elicottero assolutamente insensato), ma per fortuna non avvengono spesso. Il paradosso è che quello che non funziona proprio sono le scene più intime e personali, così come i dialoghi. Difficile quindi rimpiangere i tagli effettuati dalla produzione, anzi forse potrebbero essere stati salutari. Comunque, non ci sono problemi di coerenza narrativa, se non forse una possibile sottotrama iniziale con una ragazza brasiliana cancellata, ma è soltanto un'ipotesi personale.

Ovviamente, il modello Ang Lee viene immediatamente messo da parte, mentre è chiaro che il punto di riferimento è il telefilm originale, che viene citato nel tema musicale, in alcuni momenti ed atmosfere (la solitudine di Bruce Banner e la fuga costante a cui è costretto, senza dimenticare una scena in cui fa l'autostop sotto la pioggia) e in un cammeo di Lou Ferrigno non proprio esaltante. E' chiara poi l'intenzione di voler attirare i giovanissimi senza divieti, tanto che di fronte a tutta questa distruzione, non sembra mai morire nessuno (un po' come nell'A-Team). I momenti migliori? La scena probabilmente più riuscita è quella sotto la pioggia con la bella e la bestia, non tanto per l'idea sicuramente non innovativa (da questo punto di vista, il King Kong di Jackson ha momenti di gran lunga superiori), quanto per una fotografia efficacissima. E non sono male le riprese dell'inseguimento sui tetti in Brasile, decisamente la scena d'azione migliore. Sarà perché non c'è Hulk?

In effetti, il problema maggiore di questo tipo di pellicole è proprio la creatura realizzata in digitale. Questione non da poco, considerando che il film non si chiama 'Bruce Banner', ma appunto L'incredibile Hulk. Il fatto è, per quanto si possa avanzare nella tecnologia digitale, il mostro è ancora ben lontano dall'essere credibile. E se nelle scene d'azione semplicemente non sembra avere il giusto spessore per farci credere alla sua esistenza, in quelle più personali diventa un grosso ostacolo per appassionare il pubblico. Meglio sicuramente quando è in penombra o di notte. Se poi si potesse evitare di farlo parlare, non sarebbe certo un danno.
 

Per quanto riguarda gli attori, Edward Norton se la cava, ma senza ritrovare la brillantezza degli esordi. La Tyler, come tutti i personaggi femminili in questo genere di prodotti, ha il ruolo peggiore e non fa miracoli (anche se quando è incazzata non è male). Il più interessante sarebbe Blonsky, interpretato da Tim Roth, che risulta efficace nel mostrare la sua follia. Per questo, si rimpiange che non sia stato fatto un lavoro migliore per rappresentarlo come un personaggio drammatico e quasi shakespeariano (a meno che tutto questo non sia finito sul pavimento della sala di montaggio). 

E ora, cosa ci si può aspettare per il futuro? Insomma, si tratta di una pellicola che è in grado di incassare adeguatamente per dare vita ad una serie o anche questo secondo tentativo di lanciare il gigante verde cadrà nel vuoto? L'impressione è che questo film possa fare un 400-450 milioni di dollari nel mondo, cifra molto interessante, ma non straordinaria. Basteranno per un'altra pellicola di Hulk o invece lo vedremo utilizzato solo in progetti come Avengers? Difficile dirlo. Sicuramente, qualsiasi cosa si decida di fare, per il futuro sarebbe auspicabile vedere un prodotto eccitante ed eccitato come Hulk, piuttosto che tranquillo e piatto come Bruce Banner... 

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