Limonov, la recensione | Cannes 77
La vita di Limonov, artista, dissidente e rivoluzionario che non era niente di tutto questo è per Serebrennikov l'ultimo dei suoi eroi vitali
La recensione di Limonov, il film di Kirill Serebrennikov tratto dal romanzo di Carrére presentato in concorso al festival di Cannes
È una delle molte idee con cui Serebrennikov adatta il romanzo di Carrère su Limonov, vero artista, dissidente, rivoluzionario e perfetto simbolo della transizione da Unione Sovietica a Russia a Putin. Ma più che al romanzo e alla vera vita di Limonov Serebrennikov è interessato al suo rapporto con l’industria culturale, a come questa persona di suo aderisca in pieno ai protagonisti dei film Serebrennikov, tutto istinto, successo, donne, vita, arte, che sembra non ragionare mai e agire sempre di istinto. È la visione della personalità artistica per Serebrennikov ma anche il tipo di essere umano che gli faccia venire voglia di fare un film. E proprio la voglia di fare un film permea Limonov (e invece mancava a La moglie di Tchaikovsky, primo film realizzato dopo la fuga dalla Russia).
Questo è un film in cui i personaggi sono sempre uguali, è il mondo che lungo quasi 50 anni cambia intorno a loro, determinando sconvolgimenti e capovolgimenti di fronte, Limonov fugge dalla porta dell’URSS e poi rientra dalla finestra della Russia post-sovietica degli anni ‘90, prospera nella dissidenza, sfocia nell’insurrezionalismo, attraversa gli anni ‘80 in un montaggio eccezionale nel quale la storia è sulle pareti, è intorno a lui, ne è testimone muovendocisi dentro ma non riesce a incidere come vorrebbe. Tutto coerente con il fatto che Limonov è un film di porte attraversate. Uscendo dalle porte si passa di status, ci si trova in un’altra epoca o un altro luogo o alla fine, uscito da quella definitiva, quella del carcere, si diventa realtà, cioè il vero Limonov delle immagini di repertorio.
Non è questo certo il film per capire la storia di questa persona, non è nemmeno un film per capire la storia di quegli anni e della Russia, benché sia una gran parte del suo racconto. Questo è un film per capire che esistono alcune persone che per ragioni a noi sconosciute hanno un fuoco dentro che li rende ingovernabili, anche da parte di loro stessi, che bruciano così intensamente di desideri, rabbia e voglia, da autodistruggersi e nel farlo distruggere gli altri intorno a loro.